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Fatti e opinioni  

Referendum Eutanasia: una firma per vivere o una firma per morire?

Referendum Eutanasia: una firma per vivere o una firma per morire?

Trascorse due settimane dallo stop del Consiglio regionale del Piemonte, l’Associazione Luca Coscioni ha annunciato entusiasta il raggiungimento di 500mila firme per il referendum pro-eutanasia legale.
Non c’è da stupirsi visto che la mentalità eutanasica è già tutta ricompresa nella cultura abortista. Si tratta sempre di negare il valore della vita umana nell’estrema fragilità.
L’autodeterminazione è il paravento che serve a legittimare la cultura dello scarto a tutto danno della vera libertà e dell’autentica solidarietà, dentro un rimpasto di paura, ignoranza, solitudine, scarsità di aiuti, carenza di risposte adeguate ai reali bisogni ecc.
Nessuno vorrebbe avere a che fare con malattia e disabilità gravi, ma soprattutto nessuno vorrebbe fare i conti con la sofferenza e, se verrà posta la morte come unica alternativa, inevitabilmente molti verranno indotti a chiederla, ma sarà anch’esso un ultimo grido di vita a cui dobbiamo rispondere con la capacità di cura che mette al centro la persona. Ingannevolmente gli stessi banchetti radicali espongono la frase “firma per vivere”. Questo perché chiunque vuole la vita e nessuno avrebbe posto la propria firma sotto il reale slogan di questa campagna di morte che dovrebbe essere “firma per
morire”. In questo contesto però ben più amara sarebbe la nostra incapacità di lottare contro questi venditori di morte che ingannano il fragile e strumentalizzano le paure, spacciando per vita la fine di ogni possibile richiesta di cura e libertà terrena, semplicemente perché l’incurabile è considerato un peso sociale da eliminare.

Claudio Larocca
Presidente Federvi.P.A.
Federazione Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita– Piemonte e Valle d’Aosta

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