13 Settembre 2021
Per chi suona la campanella? I numeri degli studenti in Piemonte
La scuola riapre ufficialmente le porte in tutta la Regione ma l’analisi dei dati che si registrano, in termini di iscrizioni rispetto agli anni precedenti, lasciano spazio ad alcune riflessioni. In Piemonte ad oggi sono presenti 540 Istituzioni scolastiche statali autonome suddivise tra 10 direzioni didattiche, 345 istituti comprensivi, 3 scuole secondarie di I grado, 168 secondarie di II grado, 12 CPIA e 2 convitti. Il numero degli alunni che frequenteranno, nell’anno scolastico 2021-2022, le scuole statali piemontesi, è pari a 514.644 unità, di cui 17.487 con disabilità certificata che rappresentano circa il 3,4% del totale. Per l’anno scolastico che si è avviato oggi, si registra una diminuzione totale di 4.298 di alunni rispetto all’anno precedente. Una lieve flessione nella scuola secondaria di I grado che registra 110.065 totali rispetto a 111.209 dello scorso anno (-1144) mentre nella scuola dell’infanzia si contano 2.755 bambini in meno rispetto all’anno scorso (60.670 rispetto a 63.425 totali); un aumento si registra solo nella scuola di II grado con 4171 studenti in più (180.954 rispetto a 176.783) mentre più cospicua è la diminuzione nella scuola primaria con 4570 bambini in meno rispetto all’anno scorso (162.955 rispetto a 167.525). Per quanto riguarda le classi e la loro distribuzione, il numero è aumentato di 127 unità rispetto allo scorso anno scolastico, mentre il rapporto alunni/classe è diminuito in tutti gli ordini scolastici, attestandosi in media sul valore di circa 20 allievi per classe.
PERSONALE SCOLASTICO E DOCENTI
Per il personale scolastico i dirigenti scolastici in servizio siano ad oggi 519 unità di ruolo, di cui 41 neo immessi in ruolo dal 1° settembre 2021 e 9 in particolari posizioni di stato per l’intero anno scolastico. Sono rimaste prive di incarico dirigenziale principale 30 istituzioni scolastiche per le quali sono stati conferiti incarichi di reggenza, fino al 31 agosto 2022, ai Dirigenti scolastici di ruolo. Per quanto riguarda la dotazione organica complessiva (organico di diritto + posti di potenziamento + posti organico di fatto) del personale docente (posti comuni) è pari complessivamente a 48.048 unità, aumentata di 47unità rispetto all’anno scolastico 2020-2021. Per il personale docente di sostegno la dotazione organica complessiva (organico di diritto + posti di potenziamento + posti in deroga) è pari complessivamente a 14.035 unità, di cui 7.419 posti istituiti in deroga. Rispetto allo stesso periodo del precedente anno scolastico, si registra un incremento dei posti in deroga su sostegno pari a 51 unità, dovuto all’aumento del numero di alunni con certificazione di disabilità. Anche per questo anno scolastico tale dotazione di organico garantirà il potenziamento della personalizzazione dell’offerta formativa finalizzata a una più incisiva inclusione dell’alunno svantaggiato. L’organico complessivo del personale docente – posto comune e posto di sostegno – è quindi pari a 62.083 unità (48.048 posti comuni + 14.035 posti di sostegno). L’organico complessivo del personale ATA (diritto + posti in deroga) è pari complessivamente a 16.425, di cui 2.139 posti in deroga con un incremento di 919 unità rispetto all’anno scolastico precedente.
LA SITUAZIONE PER LE SCUOLE PARITARIE
Le istituzioni paritarie funzionanti sono state complessivamente 695, di cui 508 scuole dell’infanzia (pari al 73% del totale) con un totale di 52.487 alunni, dato in calo rispetto all’anno scolastico precedente con 2440 di studenti in meno.
IL COMMENTO
Per l’assessore all’Istruzione, un Piemonte senza bambini è il drammatico riflesso di una Nazione che ogni anno registra un minimo storico di nascite dall’unità d’Italia. I dati che si leggono vanno interpretati come un grido d’allarme a cui un Governo non può più far attendere delle risposte: la denatalità e lo squilibrio demografico rappresentano una delle prime grandi emergenze da affrontare immediatamente. Per l’assessore regionale la politica ha il dovere di compiere uno sforzo maggiore e garantire le condizioni per potersi creare una famiglia attraverso politiche integrate tra loro, riportando al centro il ruolo dei genitori, con strategie mirate per i giovani e rivolte all’occupazione femminile, con servizi strutturati per non vincolare più una donna a dover ancora scegliere tra carriera e famiglia. In Regione si stanno muovendo i primi passi che iniziano a tracciare una strada più articolata, grazie ad una prima misura sperimentale varata nell’estate, che permette di estendere gli orari per gli asili nido (a titolarità comunale) in base alle richieste e senza costi aggiuntivi. Un provvedimento promosso sia per venire incontro alle esigenze delle famiglie, ma anche in favore dell’occupazione femminile. In conclusione, l’assessore richiama con forza la necessità di un cambio di passo per mettere in campo un’operazione più ampia in grado di restituire fiducia nel futuro, iniziando proprio dalle famiglie e dai giovani.
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