“Camminare, pregare e lavorare insieme perché le sofferenze del passato lascino il posto a un futuro di giustizia, guarigione e riconciliazione” è l’auspicio di papa Francesco nel chiedere perdono per l’olocausto indiano.

 

Foto Vatican Media/SIR

«Giungo nelle vostre terre per dirvi di persona che sono addolorato; per implorare da Dio perdono, guarigione e riconciliazione; per manifestarvi la mia vicinanza; per pregare con voi e per voi». Papa Francesco compie in carrozzina il «pellegrinaggio penitenziale» in Canada (24-30 luglio 2022). Esprime «indignazione e vergogna» e la volontà di «camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme perché le sofferenze del passato lascino il posto a un futuro di giustizia, guarigione e riconciliazione».

Un papa pacificatore

Dopo 10 ore di volo l’aereo su cui vola Papa Francesco è atterrato a Edmonton, capitale dell’Alberta, che ospita una delle comunità più grandi formata da popolazioni indigene, residente in centri urbani. Francesco è il pacificatore in questa rovente estate 2022, che vada o no in agosto a Kiev in Ucraina, bombardata da Mosca di Vladimir Putin e del Patriarca Kirill. Voleva andare nella Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan ma il malanno al ginocchio – a dicembre compirà 86 anni – glielo impedisce e i medici glielo proibiscono: ha mandato il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. A fine agosto il Concistoro per i nuovi cardinali, tra i quali due piemontesi: Giorgio Marengo, nato a Cuneo da famiglia torinese – il padre era il direttore dello stabilimento Michelin -, missionario della Consolata e vescovo in Mongolia; e Arrigo Miglio, di San Giorgio Canavese, diocesi di Ivrea e provincia di Torino, vescovo emerito di Iglesias, Ivrea e Cagliari. Concludono le visite ad Assisi e Matera.

 

Pellegrinaggio penitenziale

Francesco appoggia la Chiesa canadese impegnata nella riconciliazione con gli indigeni. Nell’udienza del 1° aprile alle delegazioni dei popoli indigeni, aveva rivolto richieste di perdono per quanto accaduto nel passato e drammaticamente riemerso con il ritrovamento di una fossa comune nella «Kamloops Indian Residential School». Una storia di soprusi e violenze tra Ottocento e Novecento: il governo canadese aveva istituito le scuole residenziali per assimilare culturalmente i bambini indigeni. Erano affidate alle Chiese cristiane, tra cui quella cattolica. In queste strutture i bimbi subivano spesso maltrattamenti e abusi. Per il Pontefice «un efficace processo di risanamento richiede azioni concrete»; incoraggia «a intraprendere passi per la ricerca trasparente della verità, per promuovere la guarigione delle ferite e la riconciliazione, per permettere di riscoprire e rivitalizzare la cultura degli indigeni, accrescendo nella Chiesa l’amore, il rispetto e l’attenzione verso le loro tradizioni».

 

Indignazione e vergogna per gli errori dei cattolici

«Mi unisco ai fratelli vescovi canadesi nel chiedervi scusa. È evidente che non si possono trasmettere i contenuti della fede in una modalità estranea alla fede stessa: Gesù ci ha insegnato ad accogliere, amare, servire e non giudicare; è terribile quando, proprio in nome della fede, si rende una contro-testimonianza al Vangelo». Aggiunge: «Tanti ragazzi sono stati vittime di questa azione omologatrice, sostenuta dall’idea che il progresso avvenga per colonizzazione ideologica, secondo programmi studiati a tavolino anziché rispettando la vita dei popoli».

 

La Chiesa domanda perdono per il genocidio dei nativi americani

La Chiesa chiede perdono, cosa che non fanno i Paesi colonialisti come Gran Bretagna, Spagna, Francia, Olanda, Belgio, Portogallo. Il genocidio dei nativi americani o genocidio indiano («Indian Holocaust, American Holocaust») è stato orrendo. Secondo Wikipedia 55-100 milioni di nativi morirono a causa dei colonizzatori, guerre di conquista, perdita del loro ambiente, cambio di stile di vita, malattie contro cui non avevano difese immunitarie, sterminio poiché considerati barbari. In Canada dal 1863 al 1998, oltre 150 mila bambini indigeni vennero separati dalle famiglie e trasferiti in scuole gestite dalle Chiesa, cattolica ma anche protestante, anglicana, presbiteriana. Ai bambini veniva vietato di parlare la loro lingua e vennero spesso maltrattati, picchiati, e abusati sessualmente. Un genocidio programmato e legalizzato che in Canada è saltato fuori quasi per caso, con la scoperta dei resti di 215 bambini. Ma c’è una responsabilità dello Stato: le leggi razziali consentivano che i bambini venissero portati via alle famiglie e inseriti nelle scuole per essere civilizzati: 118 scuole fondate dal governo e 79 gestite dai cattolici.

 

 

Lo sterminio è a norma di legge canadese

Il «Federal Indian Act» del 1874, tuttora in vigore, ribadisce l’inferiorità legale e morale dei nativi. Il «Gradual Civilization Act» del 1857 obbligava le famiglie a firmare un documento che trasferiva alle scuole i diritti e i beni dei figli, in caso di decesso. Le scuole entravano in possesso delle eredità. Nella Columbia Britannica dal 1933 è in vigore la «Sterilization Law»: consente la sterilizzazione dei nativi delle scuole e per ogni donna sterilizzata la scuola riceve una bella cifra. Quando i bambini si ammalavano venivano lasciati morire. Francesco parla di «modi in cui molti membri della Chiesa hanno cooperato a quei progetti di distruzione culturale e assimilazione forzata dei governi».

 

La Chiesa sia casa accogliente per tutti e corpo vivente di riconciliazione

Arriva sulla Fiat 500L bianca a Maskwacis («Colline dell’orso») che ospita le riserve delle Tribù Indiane del Canada occidentale: Ermineskin Cree Nation; Louis Bull Tribe; Montana First Nation e Samson Cree Nation. Nel cimitero si sofferma in preghiera silenziosa. Nel discorso in spagnolo nella chiesa Sacro Cuore dice: «La Chiesa sia casa accogliente per tutti, sia corpo vivente di riconciliazione. Riconciliazione è sinonimo di Chiesa e significa fare di nuovo un concilio. La Chiesa è la casa dove conciliarsi nuovamente, dove riunirsi per ripartire e crescere insieme. È il luogo dove si smette di pensarsi come individui per riconoscersi fratelli, lasciando che la mistica dell’insieme, tanto gradita allo Spirito Santo, favorisca la guarigione della memoria ferita. Questa è la via: non decidere per gli altri, non incasellare tutti all’interno di schemi prestabiliti, ma mettersi davanti al Crocifisso e davanti al fratello per imparare a camminare insieme. I gesti e le visite possono essere importanti, ma la maggior parte delle parole e delle attività di riconciliazione avvengono a livello locale, in comunità dove le persone e le famiglie camminano fianco a fianco. Pregare insieme, aiutare insieme, condividere storie di vita, gioie e lotte comuni apre la porta all’opera riconciliatrice di Dio».

 

A settembre visita ad Assisi e Matera

Nella città umbra il 24 settembre nuovo appuntamento di «Economy of Francesco» e il 25 nella città lucana la chiusura del Congresso eucaristico nazionale. Il 24 settembre, nell’ambito degli incontri con giovani economisti e imprenditori per una nuova visione dell’economia, il Papa trascorrerà alcune ore ad Assisi: sarà accolto dai ragazzi, dal cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale e dall’economista Luigino Bruni, dalla salesiana suor Alessandra Smerilli e dalla dottoressa Francesca Di Maolo, tra i principali promotori di «Economy of Francesco». Domenica 25 settembre a Matera concluderà il 27° Congresso eucaristico nazionale.

Pier Giuseppe Accornero