23 Settembre 2018
Olimpiadi invernali sempre più lontane per il Piemonte. Salvini apre al "bidente"
Niente intesa per la candidatura delle Alpi alle prossime olimpiadi invernali del 2026.
Ad annunciarlo è stato il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti il quale venerdì scorso ha spiegato: «La vicenda è chiusa. La scorsa settimana ho mandato una bozza per il protocollo d’intesa alle tre città e se la sottoscrivono può rinascere, ma mi sembra che non sono intenzionati a farlo e quindi la vicenda è chiusa». Evidentemente neanche l’intervento del presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, disposto anche a sacrificare il primato della città di Torino a favore di Milano e del sindaco Giuseppe Sala (Pd), pur di non perdere l’opzione del “Tridente” olimpico, è servita a trovare un’intesa.
Intanto, anche la deputata locale di Forza Italia, Daniela Ruffino, con un post sulla sua pagina facebook torna a polemizzare sulla questione: «Il Sindaco di Torino, Chiara Appendino, ostaggio della sua fragile maggioranza ha penalizzato il Piemonte. Un atteggiamento inaccettabile. Il Piemonte è stato rappresentato da chi non vuole le Olimpiadi. Ho chiesto che al tavolo, con il CONI e il Sottosegretario Giorgetti siedano i nostri Sindaci: I Sindaci delle valli Olimpiche certamente avrebbero ottenuto la candidatura per il Piemonte alle Olimpiadi 2026».
Infine dalla ventunesima edizione di “Artreju”, la tradizionale manifestazione del centro-destra svoltasi a Roma, il vice-premier Matteo Salvini , ha ripetuto: «a me piaceva l’idea di una olimpiade italiana, di tutte le Alpi, che partisse in Piemonte e arrivasse in Veneto. Sarebbe stata una vetrina per tutto il mondo. Qualcuno ha avuto paura: ha sbagliato. Io non vivo la politica con paura e non ho perso la speranza. Una proposta olimpica italiana ci sarà. Farò di tutto perché queste olimpiadi italiane ci siano. E se il governo era disposto a fare la sua parte con tre, non vedo perché non dovrebbe farlo con due», alludendo chiaramente alle perplessità e alle richieste di chiarezza effettuate in questi giorni dalla sindaca pentastellata di Torino Chiara Appendino. E ha aperto quindi al “Bidente”: Milano – Cortina, con la ormai certa esclusione del Piemonte e del suo capoluogo Torinese.
Con la non candidatura ai giochi del Piemonte, la regione perde la possibilità di vedersi ospitate le gare di discesa (Sestriere) e quelle di skelton e di hockey (solo maschili o solo femminili) che si sarebbero dovuti svolgere a Torino. Tutto il resto come previsto andrà a Milano, dove si svolgerà anche l’altra parte di hockey, in Valtellina, a Cortina e in val di Fiamme (Trentino), che originariamente avrebbero avuto più gare di Torino e del Piemonte, regione che per prima si è proposta come candidata ad ospitare l’evento.
Stando all’ipotesi di una candidatura a due resta la domanda: dove si troveranno i fondi, dato che il governo per bocca dei due vice-premier ha più volte ribadito la contrarietà all’uso di soldi statali per tale evento?
Interrogativo rilanciato dall’Appendino ripetutamente in questa settimana e che ad oggi non ha ancora trovato risposta.
Lorenzo Battiglia
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