Giorgio Merlo, Dirigente Nazionale Pop-Popolari in rete, sottolinea la deriva del Pd rispetto alla sua identità originaria con l’elezione a segretario di Elly Schlein.

 

Giorgio Merlo

È inutile girarci attorno. E, al riguardo, è persin divertente assistere alle dichiarazioni degli ex Popolari del Pd piemontese che continuano a lamentarsi del “nuovo corso” di quel partito dopo l’esito delle recenti primarie. Il Pd, com’è evidente a tutti, è destinato a cambiare profilo, identità e progetto politico con la leadership di Elly Schlein. L’identità originaria del Pd è stata definitamente archiviata con le primarie del 26 febbraio. E la “ricomposizione” politica ed organizzativa dell’area Popolare e cattolico sociale partita a livello regionale e nazionale è destinata a coinvolgere tutti i Popolari e a chi si riconosce in questo pezzo di società. Ovviamente è una “ricomposizione” che riguarda innanzitutto gli elettori e i mondi vitali che si riconoscono nell’area Popolare. Meno, o per nulla, i dirigenti e gli eletti ex popolari del Pd che, comprensibilmente, restano in quel partito. Ma la trasformazione radicale del Pd da partito di centro sinistra ad un partito di sinistra radicale, libertaria e massimalista, chiude definitivamente lo spazio e il ruolo di chi – come i Popolari – coltivava il progetto di un “partito plurale”, di centro sinistra e autenticamente riformista.

Per questi motivi l’area Popolare, a livello locale come a livello nazionale, vira definitivamente verso il Centro. Un Centro dinamico, innovativo, moderno, plurale e riformista. Nulla a che vedere, quindi, con il partito di Elly Schlein”.

Giorgio Merlo, Dirigente Nazionale Pop-Popolari in rete