5 Giugno 2023
Merlo: Delrio e Calenda? Il Centro è un'altra cosa!
Giorgio Merlo, Dirigente Tempi Nuovi-Popolari uniti, dice la sua sul ruolo dei cattolici popolari nel Pd (nonostante Delrio) e nel Centro (nonostante Calenda).
Cattolici popolari nel Pd, surreali le tesi di Delrio
Giorgio Merlo, dirigente Tempi Nuovi-Popolari uniti, non le manda a dire a chi parla di ruolo decisivo dei cattolici popolari nel Pd.
“Graziano Delrio – e chi la pensa come lui – continua a sostenere che gli ex cattolici popolari
hanno un ruolo decisivo e determinante all’interno del Pd a trazione Schlein. Una affermazione
che rischia di scivolare nel ridicolo se non addirittura nella virtualità anche perché tutti sanno,
tranne forse Delrio e la sua corrente, che il Pd guidato dalla Schlein ha una impronta politica
radicale, estremista, massimalista e libertaria. Una identità che, del tutto legittimamente dopo la
vittoria delle primarie, Elly Schlein ha illustrato nelle sue diverse e pubbliche riflessioni ed
esternazioni in questi mesi di segreteria. Ora, cosa centri la storia del cattolicesimo popolare con
un profilo politico del genere resta oggettivamente un mistero. Politico, come ovvio.
Forse, però, è arrivato il momento per dire con chiarezza che se la tradizione del cattolicesimo
popolare e sociale vuole ancora avere una credibile cittadinanza nello scenario pubblico, non può
declinarla all’interno di partiti che perseguono un’altra strategia politica, che coltivano altre priorità
programmatiche e che, soprattutto, sono animati da altri valori e principi di riferimento. Con
buona pace di Delrio e dei suoi amici”.
Calenda pensa ad una riedizione del PRI: il Centro è un’altra cosa
Merlo non risparmia nemmeno Carlo Calenda e la sua visione del Centro. “Diciamo a Calenda che i Popolari e i cattolici democratici sono una componente essenziale e
decisiva per dar vita ad un partito di centro. Un Centro dinamico, riformista, democratico e di
governo. Si tratta di una cultura e di una tradizione ideale che non sono marginali, o meramente
aggiuntivi, rispetto ad un progetto politico centrista e riformista. Anche perché, e forse per
Calenda non è ancora ben chiaro, una “politica di centro” in Italia non può limitarsi ad essere una
banale riedizione del partito liberale, o repubblicano o tardo azionistra. Seppur in forma
aggiornata e rivista. Quello sarebbe un partito di Centro in miniatura che confligge anche con la
storia politica del nostro paese”.
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