25 Settembre 2018
Mattarella mette in guardia la magistratura dalle pressioni delle "opinioni correnti"
Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale la cerimonia di commiato dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura uscente e di presentazione dei nuovi componenti.
Dopo l’intervento del vice presidente del Csm Giovanni Legnini (alla presenza della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, del Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione, Giovanni Mammone, e del Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione, Riccardo Fuzio) è intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«L’attenzione e la sensibilità agli effetti della comunicazione – ha detto Mattarella – non significa orientare le decisioni giudiziarie secondo le pressioni mediatiche né, tanto meno, pensare di dover difendere pubblicamente le decisioni assunte. La magistratura, infatti, non deve rispondere alle opinioni correnti perché è soggetta soltanto alla legge».
Tali dichiarazioni possono anche essere lette come reazione a due eventi che hanno coinvolto lo stesso presidente.
Il primo risale al 29 maggio scorso quando il capo dello stato, a causa di un’intesa non trovata con Salvini e Di Maio sul nome dell’ipotetico ministro dell’economia e delle finanze, da loro indicato in Paolo Savona e da lui rifiutato, per scongiurare una crescita incontrollata dello spread, nominò come “presidente del Consiglio incaricato” l’economista Carlo Cottarelli, scatenando le ire dei 5 Stelle pronti a richiedere l’impeachment .
Di fronte a questo intervento gran parte del sistema mediatico italiano ha iniziato a “martellare” il presidente Mattarella, costringendolo a costatare la disapprovazione dei cittadini e anche la mancata impennata dello spread (a seguito dell’intervento del Presidente statunitense Trump), e inducendolo infine a far dimettere Cottarelli.
Qualcuno ha anche ipotizzato l’intervento di hacker russi incaricati da Putin di attaccare sui social il presidente della repubblica italiano, interferendo nella nostra politica interna.
In estate – appurato che non si trattava di hacker russi, ma di cittadini italiani – la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’indagine contro ignoti per attentato contro il presidente della Repubblica.
Il secondo evento è riconducibile all’indagine aperta contro il ministro degli Interni e vice-premier Matteo Salvini, dal procuratore della repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio, per sequestro di persona nei confronti dei migranti della “Diciotti”. L’evento, con la lettura dell’avviso di garanzia da parte di Salvini in diretta facebook, è diventato “virale”, scatenando una valanga di commenti sui social.
Alla luce di questi eventi l’intervento di Mattarella sembrerebbe mettere in guardia i togati non tanto da pressioni direttamente politiche, quando piuttosto da, più o meno pilotate, pressioni dell’opinione pubblica, soprattutto quella manifestata sui “social”.
LORENZO BATTIGLIA
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