27 Maggio 2021
Italia 61. Un ricordo dei personaggi che visitarono l'Italia del Centenario

Sessant’anni fa c’era la fila per visitare Italia 61 nel centenario dell’unità d’Italia (1861-1961). Dopo la regina Elisabetta II d’Inghilterra con il principe Filippo, ecco Nikolai Patoljcev, ministro del Commercio estero dell’Unione Sovietica; Adlai Stevenson II, rappresentante permanente degli Stati Uniti all’Onu. Celeberrimo un anno dopo il suo scambio di battute con l’ambasciatore sovietico: il 25 ottobre 1962, in piena crisi dei missili di Cuba, durante la sessione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza incalza Valerian Zorin, rappresentante sovietico, chiedendogli se il suo Paese stesse installando missili a Cuba e sollecitando una risposta immediata «Non aspetti la traduzione». Al rifiuto di Zorin di rispondere, Stevenson rincara la dose: «Aspetterò una risposta finché l’inferno non sarà congelato». Quando Zorin nega recisamente, Stevenson con un colpo di teatro esibisce le fotografie che dimostravano la presenza dei missili.

Arrivano Pierre Mendès France, già primo ministro francese; il ministro del Lavoro e dell’Industria della Birmania; il direttore dell’Ufficio internazionale del Lavoro; il rappresentante del Consiglio d’Europa per i rifugiati; i massimi dirigenti delle Nazioni Unite, delle Comunità Europee, dell’Organizzazione europea di cooperazione economica (Oece oggi Osce); la Commissione economica dell’Onu per l’Europa.
Nel giugno 1961 un centinaio di uomini di Stato ed esponenti economici e sindacali di 99 Paesi partecipano alla 45ª conferenza dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (Oil), giunti con due aerei speciali da Ginevra. In un intervento il quarantenne avvocato Gianni Agnelli, vicepresidente della Fiat e presidente dell’Esposizione internazionale del Lavoro, indica le prospettive di un lavoro comune. L’industriale torinese Agnelli e l’ambasciatore milanese Giustino Arpesani invitano l’Oil a piantare le tende in riva al Po, cosa che faranno nelle palazzine della Mostra delle Regioni con il Bureu international du travail (Bit) di Ginevra che il 7 marzo 1963 istituisce un Centro di perfezionamento per dirigenti di Africa, America Latina e Asia. Dopo oltre sessant’anni, è tuttora funzionante ed è una gloria della città. Il sindaco democristiano di Torino Amedeo Peyron afferma: «Come in democrazia la libertà la si conquista e la si difende giorno per giorno, così anche il carattere internazionale di una città lo si conquista e lo si difende giorno per giorno».

Con un contorno di convegni, congressi, raduni militari: 17° dei Bersaglieri, dei Granatieri, dei Marinai nel IV centenario della Marina militare; 34ª imponente adunata di 70 mila Alpini. Alla sfilata di 60 mila partigiani partecipano personaggi antifascisti: Tina Anselmi, Ugo La Malfa, Luigi Longo, Anna Rosa Gallesio Girola, Enrico Mattei, Ferruccio Parri, Sandro Pertini, Carlo Trabucco, Benigno Zaccagnini. Da Torino partì Il 44° giro d’Italia, 21 tappe (20 maggio-11 giugno 1961), per totali 4.004 chilometri, vinto da Arnaldo Pambianco. Ottomila medici partecipano a 54 congressi coordinati dal famosissimo cardiochirurgo Achille Mario Dogliotti, presidente del Consiglio direttivo di Italia 61. Lo scienziato Gustavo Colonnetti, compagno al Politecnico del beato Pier Giorgio Frassati raduna all’Accademia delle Scienze di Torino il convegno di studi sui problemi della responsabilità degli scienziati e dei tecnici nel mondo moderno.

In riva al Po passa il senatore Edward Kennedy, fratello di John, presidente degli Stati Uniti. Giampaolo Piana, addetto stampa di Italia 61, racconta: «Kennedy passò tutto il tempo ospite dell’avvocato Agnelli. Noi giornalisti non abbiamo mai avuto occasione di dialogare con lui». Mentre Umberto Agnelli abitava a La Mandria, Gianni risiedeva nel palazzo di corso Matteotti 26, quello in cui Susanna Agnelli ambienta «Vestivamo alla marinara»: «Vestivamo sempre alla marinara: blu d’inverno, bianca e blu a mezza stagioni, bianca d’estate».

Molto diverso è Le Corbusier, l’architetto svizzero-francese Charles-Edouard Jeanneret-Gris, giunto con l’ambasciatore di Francia: «Di una simpatia eccezionale – racconta Piana -. Quando lo portammo al Palazzo del Lavoro ci rimase per ore. Con il cravattino perfettamente annodato, andò in ogni area, quelle aperte al pubblico e in quelle di servizio o tecniche. Ogni colonna, ogni trave, ogni colata di cemento era di suo interesse, credo abbia fatto i raggi all’intero palazzo, prima di passare a Palazzo Vela e fare altrettanto».

Il celebre Walt Disney arriva il 7 settembre: «Tanto simpatico quanto furbo. In un certo senso ci fregò tutti e capimmo come era riuscito a divenire miliardario. Il personaggio che meglio lo rappresentava era Paperon de’ Paperoni. Dopo aver venduto, e neppure a buon prezzo, all’organizzazione il film di sua produzione di 40 minuti, che veniva proiettato nel Cinerama 15 volte al giorno, terminata la rassegna, chiese il pagamento dei diritti d’autore sulla colonna sonora che aveva lasciato fuori dal contratto. Un imprenditore maledettamente furbo, non un mostro di cultura. Grandissima personalità, grande la sua passione per la nostra cucina: al ristorante “Al Cambio” ricordano ancora la sua capacità di gustare tutti i piatti».
Della serie «Saranno famosi», la signora Maris Facchini Martini, sorella del gesuita Carlo Maria Martini, mi ha raccontato: «Volevamo visitare Italia 61, io aspettavo da una porta, lui entrò da un’altra e così non ci incontrammo». Il 34enne gesuita torinese, sacerdote dal 1952, era docente di teologia fondamentale e introduzione ai Vangeli a Chieri e teneva un corso di Critica textus dell’Antico e del Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma. A fine 1979 Giovanni Paolo II lo scelse come cardinale arcivescovo di Milano.

I fotografi – i «paparazzi» immortalati da Federico Fellini in «La dolce vita» – impazziscono a immortalare la statuaria e mediterranea bellezza ciociara di Sophia Loren che ammira le auto di Pininfarina. Visitano Italia 61 il simpatico attore Gino Cervi, il torero spagnolo Luis Miguel González Lucas noto come Luis Miguel Dominguín, il cantante e attore afroamericano Sammy Davis junior.

In quel contesto tutto è marchiato Fiat. Ricorda Piana: «Ogni decisione passava al vaglio dei vertici Fiat, a partire dall’architetto Vittorio Bonadè Bottino che fu “prestato” dalla Fiat all’organizzazione di Italia 61. Nell’evento si miscelarono bene l’importanza economica della Fiat, la storia italiana e la realtà torinese. Il vero uomo Fiat fu l’avvocato Vittorino Chiusano, direttore dei Rapporti esterni, onnipresente e onnisciente, ma sarebbe un errore dire che Italia 61 fu un evento targato Fiat». Fu un evento targato Italia che proiettò Torino su uno scenario mondiale: quell’anno gli immigrati furono 84.500 e per essi si impegna don Luciano Allais con il suo Centro assistenza immigrati.
Pier Giuseppe Accornero
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