Il referendum svoltosi il 21 ottobre scorso nel Verbano Cusio Ossola per spostare la provincia dal Piemonte alla Lombardia non ha raggiunto il quorum sufficiente (almeno la metà dei votanti più uno). Pertanto la provincia resterà nella nostra regione.

La proposta di referendum partì circa un anno fa da Lega e Movimento 5 Stelle guidati dall’ossolano leghista Valter Zanetta.  L’iniziativa era stata approvata dalla Corte Costituzionale che aveva fissato la data ricordando però che, qualora l’esito fosse risultato positivo, trattandosi di un referendum consultivo, avrebbe dovuto poi essere ufficializzato dal Parlamento.

Il problema però non si è posto, data il mancato raggiungimento del quorum.

Le reazioni politiche all’esito del referendum non sono mancate.

In primis quella del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino: «La comunità del VCO ha dimostrato saggezza e responsabilità, respingendo una proposta illusoria che avrebbe messo seriamente a rischio le certezze e quindi le prospettive di quella provincia».

L’ANCI Piemonte ( Associazione nazionale comuni Italiani), tramite il responsabile stampa Giovanni Marminia, ha commentato: «I piemontesi del VCO sono persone responsabili e di buon senso. L’esito del referendum di ieri ci conforta molto, ma la questione del rapporto tra i diversi territori piemontesi – in termini di opportunità di crescita, sviluppo, infrastrutture e servizi – non va sottovalutata. La Regione finora si è dimostrata attenta ma, come ha ricordato lo stesso presidente Sergio Chiamparino, la vera sfida per il Piemonte nei prossimi anni sarà quella di consolidare una relazione sempre più equilibrata tra aree urbane e ciò che vive intorno». D’altro canto: «i 39.000 elettori al voto (33,2%) nel Verbano-Cusio-Ossola costituiscono un campanello d’allarme, un segnale che non deve essere ignorato. È una sfida che possiamo e dobbiamo raccogliere».

Il pinerolese Giorgio Merlo (Rete Bianca) ha osservato: «Il mancato quorum per il passaggio del Verbano Cusio Ossola dal Piemonte alla Lombardia ci conferma, per chi non l’avesse ancora compreso, che non si può fare confusione tra il sacrosanto principio del riconoscimento dell’autonomia degli enti locali e il secessionismo. Che, nel caso specifico, era anche carico di confusione legislativa e politica. Dopodiché, una volta affermato e valorizzato il principio dell’autonomismo locale di matrice sturziana e riconducibile alla miglior cultura cattolico democratica, è indubbio che il rapporto tra il cosiddetto torinocentrismo e il resto del Piemonte deve ritornare ad essere prioritario nelle politiche del decentramento della Regione Piemonte. Che resta l’unica strada politicamente percorribile per evitare che la scorciatoia del secessionismo o di un singolare autonomismo prendano piede e sostanza politica». E ha concluso: «Con il risultato del referendum del Vco arriva una lezione su come declinare un sano ed efficace autonomismo nella nostra Regione».

LORENZO BATTIGLIA