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Fatti e opinioni  

Il G7 visto dall'Africa

Il G7 visto dall'Africa

+ mons. Pier Giorgio Debernardi da Ouagadougou 

Ieri sul  quotidiano più letto nella capitale è stato riportato un amaro commento circa le conclusioni dei lavori del G. 7 tenuto a Biarritz. A questo incontro erano invitati cinque capi di stato di nazioni africane, tra cui anche il Burkina. D’altronde non si poteva parlare dell’Africa senza la presenza anche minima di questo Continente.

L’ordine del giorno prevedeva due punti: l’ illegalità nell’ordine economico e il terrorismo nel Sahel. La conclusione a cui giunge l’articolo è molto semplice: i paesi ricchi si interessano dei paesi poveri solo per far tacere la propria coscienza e metterla in pace. Non c’è da farsi illusioni. L’ illegalità è causata dallo stesso ordine economico messo in piedi dai paesi ricchi e il terrorismo nel Sahel non turba i sonni a chi vive nell’opulenza.

Chi ne parla delle continue morti ogni giorno in parecchi paesi africani?

La conclusione è piena di pessimismo. Tante parole e nessuna promessa. Quando ci sono interessi da difendere non si guarda all’anima e anche la coscienza diventa sorda.

Intanto il terrorismo continua con la sua strategia di minaccia e di paura. In questi ultimi giorni hanno fatto demolire alcuni ponti su importanti strade del nord. Così la comunicazione è interrotta.

La voce dell’Africa al G 7 è stata forte: il terrorismo nel Sahel è una minaccia per il mondo intero.

France’s President Emmanuel Macron (L) leaves after a joint press conference with US President Donald Trump in Biarritz, south-west France on August 26, 2019, on the third day of the annual G7 Summit attended by the leaders of the world’s seven richest democracies, Britain, Canada, France, Germany, Italy, Japan and the United States. (Photo by Nicholas Kamm / AFP) (Photo credit should read NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images)

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