14 Luglio 2016
Il Bangladesh dopo l'attentato di Dhaka. Parla Adriano Dal Col, presidente dell'associazione Ashar Gan

A Pinerolo la Onlus Ashar Gan promuove progetti di sviluppo nel paese duramente provato dall’attentato di Dhaka
Venerdì 1 luglio, al termine della giornata di festa musulmana nel periodo di Ramadan, un gruppo di ragazzi bengalesi di famiglia benestante armati di pistole, machete e bombe, addestrati all’uso delle armi, ha assaltato al grido di Allahu Akbar (“Allah è grande”) il locale ed ha ucciso «con lame affilate», dopo averli torturati, una ventina di clienti presenti che non hanno saputo recitare versetti del Corano.
Nove giovani imprenditori italiani del settore della moda e delle confezioni sono stati così barbaramente uccisi insieme a numerosi altri stranieri prevalentemente giapponesi e ad un ragazzo bengalese, che pur conoscendo il Corano non ha voluto abbandonare le due amiche universitarie con cui si trovava, anch’esse uccise.
L’azione del commando che ha bloccato all’interno del locale i clienti al momento presenti trasformandoli in ostaggi è stata contrastata e risolta da un blitz delle forze di sicurezza governative intervenute con mezzi blindati a cui ha fatto seguito la conta dei morti e dei feriti; morti venti tra i clienti, sei tra i terroristi ed almeno due tra gli agenti; feriti una trentina. Un altro terrorista è stato catturato e solo tredici dei presenti sono stati salvati.
L’ISIS ed Al Qaida hanno rivendicato questo assalto terroristico e la carneficina provocata, così come, in un recente passato in Bangladesh, numerose uccisioni di persone considerate “nemiche di Allah”.
Dall’anno 2014 sono aumentate in modo considerevole le tensioni sociali provocate da gruppi di fondamentalisti del partito d’opposizione al governo attuale. Le forze d’ordine bengalesi hanno agito e stanno agendo con grande forza e determinazione e proprio alcune settimane fa avevano fatto maxi retate fermando migliaia di sospettati.
L’attuale Governo è impegnato concretamente nello sviluppo del paese, uno dei più poveri e dei più popolati al mondo, e nel tentativo di dare un’immagine positiva del Bangladesh dimostrando i progressi fatti in molti campi per attirare investitori e capitali stranieri.
Questo è il Governo dell’Islam tollerante, che ha vinto la guerra d’indipendenza dal Pakistan occidentale nel 1971 e che recentemente ha condannato e messo a morte alcuni importanti personaggi per crimini commessi nella guerra di liberazione, personaggi di spicco della fazione d’opposizione al governo. Proprio queste azioni governative sembra siano il contesto o il movente nel quale sono avvenute le uccisioni di Cesare Tavella e del cooperante giapponese ad ottobre 2015, quando, per questi fatti e per il clima di tensione che improvvisamente si era fatto molto forte, venne interrotta la missione appena iniziata di Ashar Gan Onlus di Pinerolo in Bangladesh.
In questo contesto di conflitti interni politici e pseudo religiosi, il cosiddetto Stato Islamico o ISIS ha colto l’occasione sfruttando l’immagine e la rilevanza pubblicitaria mondiale a proprio favore.
Il governo fin dall’inizio ha cercato di far togliere i riflettori mondiali sulla paternità proclamata dall’ISIS sostenendo che in Bangladesh questa formazione non era presente. Atteggiamento governativo comprensibile con il desiderio di non offuscare la nuova Immagine positiva del Bangladesh affermata faticosamente nel mondo.
Ora però, dopo questo grave fatto criminale che è esploso con evidenza mondiale senza precedenti per il Bangladesh, forse il Governo sarà meno convinto a negare la presenza dell’ISIS che vanta l’azione di questi gruppi di fanatici antagonisti i quali, a loro volta, si riconoscono in esso.
Due anni fa è stata scoperta dalle forze dell’ordine a Chittagong una scuola coranica che istruiva ragazzi poveri all’uso delle armi. Ecco il motivo di attenzione dell’Ufficio delle ONG in Bangladesh che valuta bene le disponibilità di finanziamento ed i soggetti che vengono presentati come partner finanziatori: è per evitare che sotto auspicabili ed apparentemente innocui aiuti finanziari per progetti di sviluppo si nascondano autentici finanziamenti del terrorismo interno.
Dalle nostre conoscenze in Bangladesh e dai nostri referenti locali sappiamo che il Bangladesh non è fondamentalista. I gruppi estremisti dell’Islam radicale sono relativamente pochi ma purtroppo con le loro azioni spietate fanno grande scalpore e demoralizzano tutto il paese che, nonostante tutte le difficoltà e grazie all’intervento di numerosi contributi esterni, è in via di sviluppo. Ma i terroristi non vogliono lo sviluppo e così il paese si impoverisce ancora di più.
I nove giovani imprenditori italiani uccisi stavano portando lavoro e quindi stavano promuovendo crescita e sviluppo. Chi vorrà ora seguire il loro esempio?
La risonanza pubblica degli attentati è ciò che vuole l’ISIS per affermare la propria esistenza, il proprio regime di terrore e fare nuovi adepti. Ed è proprio il caos che ne proviene e l’incertezza sull’incolumità, la riduzione di sicurezza per gli stranieri che verrà imputata al Governo attuale per destabilizzarlo, in vista delle prossime elezioni popolari, con l’attesa del riemergere di un Governo fondamentalista.
Quali conseguenze?
Amici della cooperazione allo sviluppo che dovevano venire ora non vengono più.
Medici volontari che prima passavano 3-4 mesi ciascuno negli ospedali e garantivano una copertura da settembre ad aprile ora vengono al massimo per un mese garantendo la copertura solo a gennaio.
La gente era contenta in questo periodo perché il Governo aveva prolungato le vacanze per il Ramadan ma il fatto di Dhaka ha gettato tutti nello sconforto e la gioia si è trasformata in tristezza.
Proprio in un momento come questo il Bangladesh ha bisogno della solidarietà del mondo e di non essere lasciato solo. Dopo fatti come questo e quelli che succedono ormai da due anni, se da un lato è comprensibile una riduzione drastica di aiuti volontari del volontariato, dall’altro è fondamentale che le nazioni sostengano il Bangladesh nel suo sviluppo sociale ed economico ed anche nella lotta contro queste minoranze fanatiche, perché la posta in gioco è altissima.
Il Bangladesh è un serbatoio inesauribile di risorse umane che non hanno nulla da perdere, perché non hanno nulla, né educazione, né cultura, né proprietà, né casa. Solo la religione e l’etica naturale che essi possiedono li conserva pacifici come prevalentemente essi sono.
Ma questo non vale per tutti: ci sono persone “disperate”, influenzabili e pronte a commettere qualsiasi atto per la promessa di un pezzo di pane o per … «guadagnarsi il paradiso».
Ma è opinione e determinazione dei nostri interlocutori perlopiù impegnati nella cooperazione allo sviluppo che non ci si deve scoraggiare e bisogna resistere alla tentazione di lasciare tutto.
Essi chiedono anche a noi di non scoraggiarci di fronte a questi casi e ci supplicano di continuare ad aiutarli, perché solo così può esserci speranza per un futuro migliore.
Adriano Dal Col – Presidente Ashar Gan
A(do)zioni a Km Zero
L’associazione Ashar Gan Onlus di Pinerolo sta portando avanti il progetto “Adozioni/azioni a Km Zero” a favore dei nuclei familiari del territorio che si trovano in difficoltà economiche.
In particolare è stata elaborata una piattaforma web (www.adozionikmzero.it) in cui vengono riportati piccoli progetti e iniziative di cooperazione locale e, soprattutto, alcuni casi specifici di persone/famiglie in situazioni di disagio nel pinerolese, segnalateci dal Centro Ecumenico di Ascolto di Pinerolo. Il donatore può quindi collegarsi al sito, leggere i vari bisogni e decidere a quale dare il proprio contributo tramite donazione on-line o bonifico bancario. Le donazioni così disposte sono deducibili/detraibili secondo le leggi in vigore sulla dichiarazione dei redditi in quanto erogazioni liberali.
Importante sottolineare che per evitare un utilizzo sbagliato del denaro donato e per non creare assistenzialismo, nessuna somma viene consegnata fisicamente al richiedente: utilizzando sistemi di pagamento tracciabili e trasparenti, A(do)zioni a Km Zero provvede al pagamento dell’intera spesa direttamente al creditore del beneficiario (locatore, fornitore di energia elettrica, gas etc.), oppure di parte di essa all’ente coinvolto nella collaborazione (ad es. al Centro di Ascolto).
All’impegno dell’associazione nei progetti a favore dei Paesi in Via di Sviluppo (Bangladesh e India) e nel sostegno a distanza si aggiunge quindi l’impegno a favore del “vicino”, tramite questa forma di aiuto basata sulla prossimità tra donatore e richiedente, pur sempre nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di privacy.
Per info e donazioni: 0121.398764 – 39 349 091 5074; segreteria@ashargan.org
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