26 Luglio 2022
I messaggi del papa e della CEI per la Giornata del Creato

«Rispondiamo con i fatti al “grido amaro” della Terra». Per la «Giornata mondiale del creato» del 1° settembre 2022 Papa Francesco osserva: «La sorella madre Terra grida. In balia dei nostri eccessi consumistici, geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione».
Due vertici internazionali in programma a fine 2022
Stiamo raggiungendo un punto di rottura, serve una conversione ecologica individuale e comunitaria: la comunità delle Nazioni agisca con decisione. Guarda a due importanti appuntamenti internazionali. Il vertice COP 27 in Egitto a novembre avrà al centro la riduzione globale delle emissioni di gas serra «il più urgentemente possibile» per limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi, «obiettivo impegnativo». Il vertice COP 15 è previsto in Canada a dicembre. Questo è il tempo ideale per mettere in atto una conversione ecologica in risposta alla catastrofe ecologica, di cui già parlava Paolo VI. Per riuscirci occorre «modificare gli stili di vita e fare tutto il possibile per prevenire o limitare il collasso degli ecosistemi del nostro Pianeta, come chiedono per primi i più giovani. Sono esposti alla crisi climatica soprattutto i poveri che maggiormente soffrono l’impatto di siccità, inondazioni, uragani e ondate di caldo sempre più intensi e frequenti».
Cooperazione tra le nazioni
Richiama la comunità delle Nazioni alla «massima cooperazione», specie negli incontri delle Nazioni Unite dedicati alla questione ambientale. Il vertice COP 27 sul clima è la prossima opportunità per favorire un’efficace attuazione dell’accordo di Parigi. C’è un «debito ecologico» dei Paesi più ricchi, che più hanno inquinato negli ultimi due secoli. Il Pontefice chiede loro di compiere passi più ambiziosi, non solo lavorare e impegnarsi dentro i propri confini, ma mantenere le promesse di sostegno finanziario e tecnico ai Paesi più poveri, che subiscono il peso maggiore della crisi climatica. Altrettanto importante sarà l’appuntamento in Canada a dicembre dedicato alla salvaguardia della biodiversità e all’adozione di un nuovo accordo multilaterale «per fermare la distruzione di ecosistemi e l’estinzione delle specie e il collasso della rete della vita».
Quattro principi chiave
Invita le Nazioni ad accordarsi su quattro principi chiave:
- Costruire una chiara base etica per la trasformazione di cui abbiamo bisogno al fine di salvare la biodiversità;
- lottare contro la perdita di biodiversità, sostenerne la conservazione e il recupero e soddisfare i bisogni delle persone in modo sostenibile;
- promuovere la solidarietà globale, alla luce del fatto che la biodiversità è un bene comune globale che richiede un impegno condiviso;
- mettere al centro le persone in situazioni di vulnerabilità, comprese quelle più colpite dalla perdita di biodiversità, come le popolazioni indigene, gli anziani e i giovani.
Uniti contro la crisi del clima e la riduzione della biodiversità
L’appello finale riecheggia l’enciclica «Laudato si’» e prega: «affinché i vertici di COP 27 e COP 15 possano unire la famiglia umana per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità». In concreto, chiede «in nome di Dio, alle grandi compagnie estrattive – minerarie, petrolifere, forestali, immobiliari, agroalimentari – di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d’inquinare i fiumi e i mari, di smettere d’intossicare i popoli e gli alimenti».
Tornare al gusto del pane
L’episcopato italiano invita «Torniamo al gusto del pane». «Così quotidiano da non considerarne quasi più il valore, talmente consueto da essere consumato automaticamente, senza badarci». Il discorso cambia quando, per la crisi del grano, un bene in apparenza banale diventa prezioso perché difficile da trovare. È giocato sul «mettersi in ascolto del pane» il messaggio Cei per la 17ª Giornata nazionale per la custodia del creato del 1° settembre, data d’avvio del «Tempo del creato» fino al 4 ottobre. Sullo sfondo il prossimo Congresso eucaristico (Matera, 22-25 settembre) «Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale».
Condividere con gratitudine
«Il pane arriva da lontano, è un dono della terra, una sua offerta all’uomo, da accogliere con riconoscenza». Essere grati «è l’attitudine fondamentale di ogni cristiano ed è la cifra di ogni essere umano: siamo tutti un grazie che cammina». Nell’Eucaristia «prendere il pane, spezzarlo e condividerlo con gratitudine ci aiuta a riconoscere la dignità di tutte le cose che si concentrano in un frammento così nobile. In quel frammento c’è la terra e l’intera società». Nell’Eucaristia «la condivisione può diventare stile di cittadinanza, della politica nazionale e internazionale, dell’economia: da quel pane donato può prendere forma la civiltà dell’amore».
L’altro e la sua vita sono un dono per ciascuno
«La guerra distrugge la terra e limita la distribuzione del cibo» è una tragica realtà ricordata da Bergoglio e dall’episcopato: «Siamo tutti a rischio di divenire ingrati e rapinatori; ingrati e ingiusti verso la creazione, verso la società umana e verso Dio». Nel cammino sinodale «facciamo esperienza che l’altro e la sua vita sono un dono per ciascuno. Chi non si sente grato diventa ingiusto, gretto, autocentrato e prevaricatore. Siamo tutti a rischio di diventare come colui a cui è stato condonato un debito abnorme ma è incapace di fare grazia a chi gli deve una quantità irrisoria di denaro».
Pier Giuseppe Accornero
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