24 Ottobre 2023
Giustizia, Diritto e Fratellanza
Tradurre in azioni concrete il concetto di Fraternità, è il campo in cui i credenti sono chiamati ad offrire il loro contributo per vivere nella pratica quotidiana la giustizia a tutto tondo.
Se l’impegno di ogni fedele deve essere quello di operare per la Giustizia, mi sembra doveroso sviluppare qualche riflessione utile a meglio comprendere il significato di questa parola che è di origine latina (“jus/juris”: da cui “justitia”), affinché possano scaturire effetti concreti nella nostra quotidianità. Incontriamo, allora, un altro termine collegato ad essa: il Diritto. Questo vocabolo, per definizione, è ambivalente: infatti è inteso sia come soggettivo (“diritti” del Cittadino: alla salute, all’istruzione…) sia come oggettivo ( insieme di norme giuridiche: leggi, regolamenti).
Come cittadini sappiamo che è dalla Costituzione che prendono corpo tutte le leggi; esse , appunto, costituiscono il complesso sistema giuridico che regola i rapporti della nostra collettività.
Dalla lettura della nostra legge fondamentale emerge come l’intento di tutte le tre componenti politiche (liberal-democratica, socialista, cattolico-democratica) che la scrissero fosse quello di porre in primo piano i valori di libertà ed eguaglianza.
Non compare invece, come nel noto slogan della Rivoluzione francese, alcun rimando alla fraternità.
È nel tradurre in azioni concrete questo ultimo vocabolo che, come fedeli, siamo chiamati ad offrire il nostro contributo per vivere nella pratica quotidiana la giustizia a tutto tondo.
Non basta infatti vivere la propria esistenza in piena e spensierata libertà o proclamare in astratto che la legge è eguale per tutti. Come possiamo vivere la nostra libertà quando ignoriamo, ad esempio, le profonde discriminazioni di genere o mentre proviamo disagio e perfino avversione davanti ad altri esseri umani costretti a fuggire da guerra e miseria?
Come si può vivere il principio di eguaglianza davanti alle evidenti disparità di trattamento di milioni di lavoratori che percepiscono la decima parte (ed in certi casi anche meno) di molti loro dirigenti? Come possiamo parlare di eguaglianza se chi non si può permettere prestazioni mediche private è costretto ad aspettare, nella sanità pubblica, mesi o addirittura anni? Quale reale eguaglianza è nei numeri che vedono la ricchezza posseduta dallo 0,1% degli italiani più ricchi, essere tre volte superiore a quella nelle mani della metà più povera della popolazione (dati Oxfam, 2023) o quando si legge che, a livello mondiale, tra dicembre 2019 e novembre 2021, l’1% più ricco della popolazione mondiale ha avuto quasi il doppio dell’aumento di ricchezza, rispetto al restante 99% della popolazione?
Anche da questi interrogativi emerge la necessità di rivedere complessivamente e con urgenza scelte ed atteggiamenti di ciascun fedele alla luce dei messaggi del Concilio Vaticano II, ripresi con estrema chiarezza da Papa Francesco, in particolare nella enciclica “Fratelli tutti”.
Le domande poste sulla dignità umana, gli inviti ad arrivare alle periferie “dove vivono gli esiliati occulti”, al “rischio di non amare”, di lasciare il campo alla “globalizzazione dell’indifferenza” si riassumono nell’invito alla “migliore politica” che abbia come pilastro la “carità sociale”che si traduca in una politica accogliente, aperta al dialogo, che rispetti il punto di vista dell’altro. È l’atteggiamento che propone di rimarginare le ferite create dai conflitti e ristabilire la Pace a livello locale come a quello mondiale.
È necessario, come cittadini e come fedeli, rilanciare con chiara coscienza e con la forza delle opere il concetto di fratellanza, ponendo fuori gioco ogni giustificazione di conflitti locali o tra popoli.
In lingua latina “fare un’ingiustizia” si traduce con “facere injuriam”; in questo vocabolo non è difficile evidenziare tanto la radice “jus/juris”(giustizia) tanto l’origine del termine italiano “ingiuria”. È un’ ingiustizia, una vera e propria ingiuria alla fede restare chiusi nel proprio circolo; uscirne è il senso del nostro credo ed è anche un importante contributo allo spirito della Costituzione, arricchendolo, appunto, con il valore aggiunto della fratellanza così come costantemente richiamato dalla fede che professiamo.
Giorgio D’Aleo.
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