27 Novembre 2020
Francia. Macron e la legge sulla Sicurezza Globale
In queste settimane in Francia sta facendo sempre più discutere la “Legge sulla Sicurezza Globale”, voluta dal presidente della repubblica Emmanuel Macron e dal ministro dell’interno Gérald Darmarnin, che a breve dovrà essere votata in Senato, dopo la recente approvazione della Camera. A scatenare l’opinione pubblica è stato l’articolo 24 che prevede la punizione, con 45 mila euro di multa e 1 anno di carcere, di chiunque renda pubbliche immagini contenenti l’intervento di un poliziotto o un gendarme, rendendolo identificabile. La legge, che secondo il governo mirerebbe alla tutela dell’incolumità dei poliziotti, ha spinto molti cittadini e giornalisti a scendere in piazza in varie città contro la norma, ritenuta liberticida e lesiva del diritto di stampa.
Nella cittadina di 19.999 abitanti, Le Puy en Velay, nella regione dell’Auvergne Rhône Alpes, famosa per essere uno dei punti di partenza del cammino di Santiago de Compostela, sabato 21 novembre, 250 persone si sono riversate davanti alla prefettura. La protesta si è svolta alla presenza di numerosi partiti, tra cui Génération-s, Europe écologie le verds e il Partito comunista francese assieme al sindacato Cgt (Confédération générale du travail). Pierre Marsein, segretario della Cgt, ha definito la norma «spaventosa». Per i sindacati la legge metterebbe a rischio la libertà di manifestazione. Pascal Samouth di Force Ouvrière ha infatti, dichiarato: «Temo che questo provvedimento servirà a soffocare la giustizia», ribadendo che anche la libertà di stampa sarebbe nel mirino.
«Affermiamo che la violazione del diritto di informazione dei cittadini e della stampa è sproporzionata e che la legislazione esistente è ampiamente sufficiente per proteggere le forze dell’ordine da possibili attacchi a seguito della diffusione di immagini,» ha invece sottolineato con post su Twitter il sindacato nazionale dei giornalisti, i quali negli scorsi giorni hanno manifestato a Parigi.
Ora l’esecutivo francese starebbe rischiando la crisi, come intitola il giornale “Le Monde” nella prima pagina del 28 novembre: «Violence Policieres: l’Esegutif mis en Cause». Infatti, per sanare le divisioni interne alla maggioranza, il primo ministro Casnex ha annunciato la creazione di una commissione indipendente, presieduta da Jean-Marie Burguburu (presidente della commissione consultiva nazionale sui diritti umani) la quale avrà lo scopo di riscrive totalmente l’articolo incriminato prima della discussione al Sanato.
Marine Le Pen, deputata e presidente del partito Rassemblement National, in un recente intervento all’emittente radiofonica “Sud Radio Matin” si è schierata contro l’articolo della “Legge sulla Sicurezza Globale” sottolineando che in Francia esistono già delle norme a tutela delle forze dell’ordine che non vengono mai applicate. La deputata francese, in riferimento all’operato del ministro dell’interno, ha concluso: «il ministro della repubblica dovrebbe preoccuparsi di perseguire coloro che minacciano di morte i poliziotti».
Sembrerebbe che Macron, con sempre meno consenso nazionale, dopo aver promosso leggi per laicizzare ulteriormente il paese, di cui nessuno sentiva il bisogno, provi a riottenere popolarità puntando sui poliziotti, facendo passare la legge sulla sicurezza come il tentativo di porre un argine al terrorismo, fenomeno che come emerso recentemente a Nizza, non riesce a stroncare.
Lorenzo Battiglia
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