11 Marzo 2021
Federvi.P.A. risponde a Disabato: i Centri Aiuto alla Vita non fanno propaganda ideologica

In risposta alle affermazioni della consigliera dei M5S Sarah Disabato, Claudio Larocca (Presidente Federvi.P.A. Federazione Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita–Piemonte e Valle d’Aosta) ha predisposto una nota per fare chiarezza intorno all’iniziativa della Regione Piemonte che ha deciso di attivare degli sportelli e promuovere una collaborazione tra le Asl e le associazioni, come i “Centri di Aiuto alla Vita, che supportano prima e dopo il parto le donne che vivono una gravidanza difficile e che quindi valutano la scelta dell’aborto”.
“Ci si dovrebbe sorprendere piuttosto – scrive Larocca – che tutto questo debba essere ancora richiesto e non sia già normale prassi in quanto è proprio la legge 194/78 a prevedere che i consultori assistano la donna in gravidanza “contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna alla interruzione della gravidanza” (L. 194 art. 2 lettera d), attuando una prevenzione mirata “a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza” (L. 194 art. 5), il tutto anche avvalendosi “della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato”. Mettere finalmente in campo quest’opera di prevenzione potrebbe certamente ridurre il numero di IVG per cui la legge intende rimuoverne le cause, operando sia a favore della donna che spesso si sente ‘costretta’ ad abortire per mancanza di aiuti, sia a favore del figlio già presente e visibile in una normale ecografia, ma sempre assente in un cieco e dannoso approccio ideologico. Invitiamo dunque la consigliera Disabato a conoscere meglio sia la legge che l’operato dei Centri di Aiuto alla Vita, così da rendersi conto di quanto queste misure non minino alcun diritto, né tanto meno la legge 194/78 e che le nostre associazioni non diffondono alcuna “propaganda ideologica e lesiva”, ma piuttosto aiutano concretamente molte donne a recuperare una propria dignità e la libertà di accogliere il proprio figlio, nonostante i disagi.
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *