Italia Nostra del pinerolese ha mandato al Comune di Pinerolo le sue osservazioni e critiche sul PEC relativo all’area dell’ex Merlettificio Turck.
L’interesse di Italia Nostra
Nella sua comunicazione al sindaco di Pinerolo, Luca Salvai, e al dirigente del settore Urbanistica, Antonio Morrone, Italia Nostra ha inizialmente espresso apprezzamento lo sforzo dell’Amministrazione Comunale per “l’inserimento nelle previsioni progettuali di alcune delle suggestioni emerse nel corso dei lavori del concorso di idee “Lyda Turck Città d’opera e d’acqua” organizzato da Italia Nostra con l’Ordine degli Architetti di Torino, nel 2015″.
Un edificio antico dal futuro controverso
L’insediamento sull’area Turck è di origini basso medievali ed è ritenuto il più antico opificio di panno lana in Piemonte, gli ampliamenti settecenteschi poi, lo hanno reso il primo lanificio modernamente inteso dello stato sabaudo. Nel corso degli anni è stato oggetto di una lunga disputa sulla “conservazione o meno dell’elemento architettonico e storico documentale più significativo che insiste sull’area, il cosiddetto Follone o ex merlettificio Türck”.
Le critiche di Italia Nostra
Per l’associazione guidata da Maurizio Trombotto il PEC lascia aperti alcuni aspetti critici:
- il possibile abbattimento dell’ex merlettificio:
- la ricostruzione parziale, mantenendo una sola porzione della volumetria originale e di una quinta muraria lungo il corso del canale Moirano, “restituendo un oggetto diverso da quello originale, senza valore documentale, storico e scientifico;
- la mancata riduzione delle capacità edificatorie, che rimangono quelle fissate dal Piano regolatore vigente del 1998 (che riconoscono all’intera area 795 nuovi abitanti teoricamente insediabili), senza tener conto della pandemia Covid;
- la scelta – per ridurre la superficie impermeabilizzata ed il consumo di suolo – di concentrare le nuove costruzioni residenziali in un complesso di nuovi condomini di cui due “case alte”, “totalmente estranee allo skyline della città di Pinerolo, con un grave danno paesaggistico per l’intera Comunità”;
- la mancata individuazione nei documenti di “quella che sarà l’altezza massima dei nuovi edifici”, dovendo prendere per buone informazioni verbali, che riferiscono che le “due costruzioni più elevate non supereranno i nove piani, ponendosi quindi, con l’esclusione del “grattacielo” come gli edifici residenziali più alti di Pinerolo”;
- il non avere affrontato in modo credibile “il nodo dell’incremento significativo di traffico sul corso Piave indotto dalle nuove residenze”;
- il significativo incremento – in attesa dell’ipotetico ponte viabile sul torrente Lemina con cui collegare la nuova via Moirano ed il prolungamento di via Toscanini in parallelo al sedime della linea ferroviaria Pinerolo – Torre Pellice – del transito automobilistico privato sul corso Piave e sulle vie immediatamente limitrofe.