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Fatti e opinioni  

DPCM. Uncem: no alla violenza ma il Governo distingua tra città e aree montane

DPCM. Uncem: no alla violenza ma il Governo distingua tra città e aree montane

Pur contestando nel merito i provvedimenti presi dal Governo con il DPCM del 25 ottobre, l’Unione dei Comuni, Comunità e Enti montani prende le distanze dalla deriva violenta delle manifestazioni di piazza in diverse città italiane. In particolare “l’Uncem con il Presidente nazionale Marco Bussone e tutti i Presidenti delle Delegazioni regionali condannano duramente coloro che nella serata del 26 ottobre hanno saccheggiato, distrutto e con scene da guerriglia gettato il panico nei centri delle città capoluogo, in particolare a Torino. Uncem e i suoi vertici si uniscono ai commercianti che hanno subito questa assurda devastazione, ma anche alle Associazioni di categoria che avevano promosso pacifiche. La violenza le ha inquinate ed è gravissimo. Inaccettabile”.

Sempre il 26 ottobre Uncem aveva rivolto al Governo la richiesta “di modificare il DPCM nella parte relativa alla chiusura di bar e ristoranti, permettendone l’apertura fino alle ore 22 nei piccoli Comuni e nei Comuni montani italiani”, dove “gli esercizi commerciali e di somministrazione sono spesso le uniche e sole attività economiche”.


«Non c’è nessun rischio assembramento – ha sottolineato Daniela Falconi, sindaca di Fonni e neo Presidente Uncem Sardegna – nei bar, nelle pasticcerie e nei piccoli ristoranti e pizzerie dei piccoli Comuni e nei Comuni montani della Sardegna, c’è al contrario il rischio che intere comunità soffrano ancora di più l’abbandono, il disagio sociale ed il crollo economico dopo mesi di lavoro e investimenti per rispettare le regole. Queste piccole e piccolissime imprese rappresentano presidi economici indispensabili per i nostri territori, insieme alle piccole e piccolissime imprese culturali e alle palestre».

Anche il presidente di Uncem Piemonte Roberto Colombero ha richiamato la necessità di distinguere e adottare misure differenziate tra le realtà periferiche da quelle centrali: «Tra aree urbane e zone montane, vi sono profonde differenze nella fruizione di servizi di bar e ristoranti. Numeri e modalità di accessi ben diversi. Che vanno individuati ed evidenziati. Chiudere tutto, in città come nelle zone interne e montane del Piemonte e del Paese non serve. Una revisione del DPCM è possibile».

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