16 Luglio 2021
DDL Zan contrario alla Costituzione. La CEI propone di rivederlo
Una questione sociale e culturale è trasformata in questione penale. Il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia è un testo inutile e dannoso perché le persone omosessuali e transessuali sono già giustamente tutelate dalla legge contro atti violenti, ingiuriosi o discriminatori, come tutti. Non è una buona politica punire con la reclusione mal definiti «atti di omofobia o transfobia», mettendo in pericolo libertà e diritti.
Non si è mai vista una legge che imponga i controversi concetti di «genere, identità di genere, orientamento sessuale»; che contraddica – come sostengono gli esperti – i principi fondamentali del diritto penale come la tassatività e determinatezza della fattispecie. Basti dire che l’espressione «identità di genere» è avversata da buona parte del mondo femminista e lesbico per le derive e gli abusi che produrrebbe. Obbliga così a trattare un maschio biologico – che si percepisce come donna – in tutto e per tutto come una donna, garantendogli l’accesso a luoghi e ambiti riservati alle donne, quali bagni, spogliatoi e gare sportive – pena l’accusa di «discriminazione sulla base dell’identità di genere» – con il pericolo di agevolare abusi e violenze contro le donne, come accade nei Paesi che hanno già tali leggi.
Il disegno di legge introduce surrettiziamente l’«ideologia di genere» nelle scuole con l’istituzione della «Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia» durante la quale vanno organizzati incontri, cerimonie e iniziative. E guai a chi osa manifestare pubblicamente il sostegno per la famiglia naturale – composta da un uomo e una donna – e per il diritto dei bambini a crescere con una «mamma» e un «papà» – e non con «genitore uno» e «genitore due» – perché costui potrebbe essere condannato alla reclusione per atto omofobico o transfobico. Molti la considerano una «legge bavaglio» perché liberticida. Sembra tutelare omosessuali e transessuali dalla violenza e dalla discriminazione ma ha gravissime criticità ed è sostanzialmente inutile e dannosa.
Omosessuali e transessuali sono già tutelati dalla violenza e da altri atti lesivi, al pari di qualsiasi altro cittadino. Prevedere aggravanti o «reati «omotransfobici» rischia di trasformare le persone omosessuali e transessuali in una «categoria protetta e privilegiata» in violazione del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione. L’«Agenzia dei diritti fondamentali» dell’Unione Europea colloca l’Italia tra i Paesi più sicuri e più lontani da violenze, minacce e discriminazioni; nega che ci sia una diffusione allarmante di illeciti omotransfobici. Opinioni, principi etici, convincimenti religiosi su moralità o naturalità di tendenze e pratiche sessuali, che ispirano individui e associazioni, rischiano di essere interpretati come istigazione alla discriminazione fondata sul «genere, identità di genere e orientamento sessuale». Afferma l’associazione «Provita&famiglia»: occorre «fermare l’incubo liberticida. Su milioni di cittadini pende la spada di Damocle della denuncia e della reclusione, a causa di posizioni in favore della famiglia naturale e della complementarità dei sessi. Il disegno di legge è contrario agli articoli 3, 18, 19 e 21 della Costituzione».
«Ci auguriamo una riformulazione» auspica il cardinale Gualtiero Bassettti, presidente della Conferenza episcopale. «Accoglienza, dialogo aperto e non pregiudiziale» è la linea dei vescovi italiani, in sintonia con Papa Francesco e la Santa Sede. Spiega il cardinale: «La nota verbale e il documento della Congregazione per la dottrina della fede non propongono la non accoglienza delle persone omosessuali e affermano che non è possibile benedire coppie dello stesso sesso». Il «Catechismo della Chiesa cattolica» è chiaro: le persone con tendenze omosessuali devono essere accolte «con rispetto, compassione, delicatezza evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione» (n. 2358). Nelle note del giugno 2020 e dell’aprile 2021 la presidenza Cei ha ribadito «la necessità e la volontà di accogliere e accompagnare le persone omosessuali» e stigmatizzato la tendenza «a ricercare contrapposizioni infondate: Papa, vescovi, sacerdoti, cristiani guardano agli omosessuali con gli occhi di Cristo e tengono le braccia aperte nell’impulso della misericordia. La Santa Sede non ha mai messo in discussione la laicità dello Stato».
«Il termine “ingerenza indebita” sono errati se riferiti alla Santa Sede» – Nessun abuso del Vaticano o dell’episcopato. Il testo così com’è, avrebbe conseguenze paradossali. Spiega Bassetti: «Nel normale svolgimento dell’evangelizzazione, si rischia di rendere punibili affermazioni antropologiche fondate su una fede condivisa da milioni di credenti» e da oltre duemila anni. Le osservazioni di Santa Sede e Cei «si integrano a vicenda: un’azione non esclude l’altra». Da sempre la Cei manifesta preoccupazioni sul testo «sulla vaghezza del dettato normativo o la pericolosità dei reati di opinione. Preoccupazioni ampiamente condivise da associazioni, movimenti, intellettuali e politici di diverso orientamento. Santa Sede ed episcopato italiano hanno la stessa opinione sul disegno di legge».
E la Giornata nazionale contro l’omofobia nelle scuole? È necessario garantire libertà di espressione «e non lasciare margini interpretativi quando si introducono norme penali. Altrimenti, con l’istigazione all’odio, si sanziona la libera espressione di convincimenti etici e religiosi e si mette in discussione il diritto universale dei genitori all’educazione dei figli secondo i propri convincimenti». Esemplifica: «Alcune definizioni sono molto vaghe e ciò renderebbe incerta l’applicazione della legge». Come notano i giuristi «i ruoli differenti di uomini e donne nelle associazioni cattoliche o l’affermazione di alcune verità di fede potrebbero essere oggetto di procedimenti penali». Anche le Chiese non cattoliche protestano. È il caso della Chiesa apostolica in Italia: «Difendiamo il pluralismo come valore della società e respingiamo l’accusa di bigottismo o di oscurantismo omofobo».
Enrico Letta e gli esponenti del centrosinistra ci ripensino – È singolare che uomini intelligenti come Enrico Letta ed esponenti dei partiti di centrosinistra non si accorgano in quale tranello sono caduti. Fuori dai denti: questa è una legge che sta a cuore solo ad Alessandro Zan e al partito degli estremisti delle persone omosessuali, transessuali, lesbiche che sono già tutelati, a esempio dalla «legge Mancino» del 1993. Dubito molto che interessi a qualche altro.
Pier Giuseppe Accornero
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