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Fatti e opinioni  

Cumiana. Un giorno di ordinario VillaggioGlobale

Cumiana. Un giorno di ordinario VillaggioGlobale

Riflessioni a ruota libera sulle attività di un giorno di inizio 2025 al VillaggioGlobale di Cumiana in cerca di “invenzioni di pace” per fare per il bene.

… ieri eravamo in 42…
Ad un certo punto mi hanno chiesto che nome dare al nuovo locale – sala giochi per i bambini che arrivano al Villaggio – che si sta costruendo. Ogni posto al villaggio ha il nome di una nazione con un’evocazione particolare. Poiché è pizzicato tra Haiti e Libano, ci è sembrato purtroppo logico chiamarlo “Siria”. Sta bene tra la nazioni che in questo tempo soffrono maggiormente.
Ma che senso ha tutto questo? Ed è logico cercare il senso di tutto quello che facciamo? Stavamo facendo una cosa bella, con materiali tutti di recupero, tra gente che si trova bene insieme, per un nobile fine: questo poteva bastare. O no?!
Che senso ha aver iniziato un corso d’inglese a suor Teofrida venuta in Italia per studiare… l’italiano, ma ci siamo accorti che anche l’inglese, sua seconda lingua dopo lo swahili, aveva bisogno di approfondimento.
Che senso ha aver accolto Giacomo e la sua famiglia da Milano per incontrarsi con il grande Armando, colonna archetipo di tutti i marchingegni del villaggio, per approfondire e ragionare sulla possibilità di estrarre acqua dall’aria del deserto? O realizzare un mini-frigo a cella Peltier per conservare vaccini?
Ha senso mettercela tutta, in una giornata in cui il termometro non è mai salito sopra i tre gradi ed il sole è un ricordo, per smantellare le strutture per la conservazione dell’acqua per agricoltura, diventate obsolete e superate? Nel mentre – ricordo – si continuano a portare all’Arsenale 3.. 4 tonnellate di verdura all’anno per i poveri?
O venire dal lontano Bagnolo per portare cibo per i poveri lontani e poi fermarsi per inscatolarli, etichettarli?
Siria, in bilico tra pace e guerra. Libano ed Haiti, distrutti: la pace non ha forse bisogno di ben altro? Allora mettere nome Siria è solo folklore, poesia?
Che senso ha cimentarsi nella sperimentazione, nella raccolta dati, su un nuovo frigo fotovoltaico, in un angusto container, come laboratorio?
E i ragazzini Rom che scorrazzano come tutti i sabati tra una lezione, un gioco ed un’assemblea? E Maria Mio, Rom col loro furgone, venuti a prendere rottami metallici per poterli vendere e recuperare qualche soldino per vivere?
Che senso ha portare al villaggio cibo, indumenti, giocatoli, di fronte ai disastri del mondo, come tantissimi, tra un bailamme inenarrabile, hanno fatto ieri?
E poi ieri ci è andata bene: nessun incidente. Tutti sereni alla fine a festeggiare gli anni del nostro caro Angelo. Tutto filato liscio, ma potevamo anche dover portare a casa qualche croce.
Ho detto del buon viatico per l’inizio di questo 2025 che si presenta bene…
Alla fine credo che parlare di “senso” nelle cose non basti più: bisogna andare oltre.
Dong Xi, ragazza cinese di Roletto che è con noi da qualche mese, ha visto benissimo il senso che noi diamo alle cose. Tra l’altro, ieri ci ha incantato per il suo interesse e fattività alle cose tecniche che facciamo!
Teofrida non esita a venire nella “ghiacciaia” del Villaggio da Torino, per imparare e impastarsi con noi, dove almeno un caldo alloggio gli ricorda la sua Africa.
La storia è nelle nostre mani: possiamo fare tutto il male che vogliamo. Possiamo alimentare i 56 conflitti presenti ora nel mondo. Possiamo fregarcene, banalizzando, tutti e tutto. Possiamo “goderecciamente” spendere la vita come meglio possiamo. Magari facendo ogni tanto un po’ di bene per tacitare quella coscienza che ci dice di fare ben altro.
Alla fine del sabato, dopo aver consegnato l’icona di Gesù ad uno di noi, diciamo o ascoltiamo sempre il “padre nostro”, tutti insieme: cinesi, africani, ecc…
È in quel piccolo “atomo di spirito” che troviamo il TUTTO: proprio come l’immensità dell’’universo si specchia nelle profondità di ogni atomo. E lo sappiamo….
La pace trova casa tra noi e per il mondo perché un Altro è il Signore della Pace. Una pace che è per tutti e per sempre. Anche per quelli che sono morti per la “non pace”: altrimenti altro che parlare di “senso”!
Ed il sudore evapora anche al gelo!
Il sudore diventa speso per la pace nei 56 conflitti: neanche uno tralasciato anche se non li conosciamo bene.
Questo lo sento sempre di più. E lo scrivo, anche perché se trovassimo breccia nel cuore di tanti altri, ben di più la pace, sarebbe. Quante “invenzioni di pace” si potrebbero fare per il bene?” Come sempre, anche il bene dipende da me!

R.C.

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