Monica Canalis, consigliere regionale del Pd, mantiene alta l’attenzione e incalza la giunta regionale per la mancanza di chiarezza nella definizione dei parametri per l’insediamento di nuove case di comunità.

Monica Canalis, consigliere regionale Pd

«Sulla riforma della medicina territoriale – interviene la consigliera regionale del PD, Monica Canalis – permane la mancanza di condivisione e confronto da parte della Giunta Cirio. Oltre ad eseguire le indicazioni ministeriali, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi sta individuando dei criteri aggiuntivi regionali per insediare le case di comunità (hub e spoke), per ridefinire il ruolo dei Distretti sanitari ed investire sull’assistenza domiciliare. Peccato che questi criteri non siano esplicitati e messi in modo trasparente a disposizione del Consiglio regionale».

 

Criteri contestabili e non condivisi col Consiglio

«Il risultato è che l’Assessorato sta ridisegnando questo settore della sanità senza neanche una bozza scritta del nuovo Piano socio sanitario e che molte delle case di comunità proposte al Ministero sono individuate sulla base di criteri contestabili e non condivisi con il Consiglio. Ad esempio, ci sono case di comunità hub ubicate in comuni confinanti, con un bacino d’utenza di conseguenza troppo piccolo; sono previste case di comunità in edifici di nuova costruzione, con conseguente consumo del suolo; nell’elenco delle 90 case di comunità piemontesi (di cui 8 finanziate autonomamente dalla Regione), non c’è il Maria Adelaide di Torino. Resta infine un mistero quali siano le 8 case di comunità hub finanziate in proprio dalla Regione e anche quale sia l’elenco delle case di comunità spoke da realizzare in futuro».

 

Sanità territoriale e sanità ospedaliera

«A ciò si aggiunge il fatto che la programmazione della sanità territoriale dovrebbe andare di pari passo con la programmazione della sanità ospedaliera, e questo è vero soprattutto per quei territori in cui dovranno essere edificati nuovi presidi ospedalieri: il VCO, l’AslTO5, ovvero il nuovo ospedale unico, l’ASLTO4 ovvero il nuovo ospedale di Ivrea».

 

Rischio di scelte arbitrarie

«In questo quadro poco chiaro, il rischio è che le scelte della Giunta siano davvero arbitrarie, limitate a operazioni edilizie senza chiarezza sul contenuto sanitario e soprattutto poco attente al patrimonio già esistente delle case della salute, che rischia di essere disperso».