30 Giugno 2021
[ audio ] L’INTELLIGENZA DEL DUBBIO
«Piccolissimo è quello spirito che non è capace o è difficile al dubbio», scriveva Giacomo Leopardi nello Zibaldone.
Il dubbio ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia e nello sviluppo del pensiero e delle relazioni umane, assumendo, con il cambiare delle condizioni storiche e culturali, una pluralità di possibili interpretazioni, definizioni ed espressioni.
Il dubbio oggi spaventa. Abituati e guidati come siamo ad ascoltare persone che giudicano, abbiamo smarrito la ricchezza dell’interrogarsi, anche nel modo più profondo.
Il mondo sembra sempre più fatto da chi ha certezze e da chi cerca certezze, anche sbagliate, mentre coloro che pongono problemi, esprimono insicurezze sono considerate persone “non all’altezza”, che non sanno quello che vogliono.
Mai come in questo momento, nel quale siamo bersagliati dalle informazioni e da fragili convinzioni, il dubbio, come strumento di conoscenza e ricerca intima, invece è di estrema importanza.
É qualcosa di più di un pensiero. Il saper porsi delle domande aiuta a nutrire la mente, sempre più vittima della propria fragile “onnipotenza”, trasformandosi così in un gesto di forza, di sicurezza; un’espressione di apertura intellettuale.
La capacità di dubitare è oggi può essere parte decisiva dell’ascolto di sé e degli altri, dello sviluppo delle relazioni, di una crescita intelligente ed emotiva che ci consente di superare quella moltitudine di pregiudizi che condiziona le nostre scelte.
“Io sono fatto così, e non cambio idea…”: quante volte avete sentito questa frase? Non è un segno d’intelligenza, semmai una prova di debolezza.
Ma come si coltiva il dubbio?
Innanzitutto imparando ad ascoltare se stessi e gli altri, non negando il confronto, anche con opinioni molto diverse, e riflettendo prima di agire. Sconfiggendo quella forma di sordità che ognuno di noi porta dentro.
Poi, non confondendo il dubbio con l’ignoranza o con la stupidità. L’intelligenza è l’occasione in più per dubitare: è la conoscenza, il tentativo di spostarla sempre in avanti, che ci porta a dubitare come segno della nostra vitalità. Ci stimola ad affrontare la vita e la sua complessità, a non considerarci né infallibili né onnipotenti, dandoci quel senso di limite che ci aiuta ad accettarci più “umani” con tutte le nostre debolezze e le incertezze.
Ritorniamo a dubitare.
Interroghiamoci quando siamo troppo convinti di essere dalla parte della verità, e non riusciamo ad ascoltare le ragioni del prossimo.
Impariamo a esplorare le infinite possibilità che continuamente ci fanno sorprendere di noi stessi, degli altri e del mondo.
CLAUDIA PRIOLO
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