22 Maggio 2018
Assemblea CEI. Bassetti: ora i cattolici scendano in campo!
Il presidente della Cei, cardinal Gualtiero Bassetti, ancora un volta, aprendo l’Assemblea generale dei vescovi italiani, è ritornato autorevolmente con le sue parole a rinnovare l’impegno politico dei cattolici. Ma adesso, e soprattutto dopo il voto del 4 marzo e alla luce della situazione politica che si è venuta a delineare, quelle parole non possono più essere puramente commentate o banalmente contemplate. Per chi, come me e come molti di noi le condividono, sono parole che spingono certamente alla riflessione ma soprattutto richiedono un’azione. Sicuramente laica ma che non può più tardare. Bassetti dice, giustamente che “Pur pur con lo spirito critico di sempre, e’ giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza e soprattutto per rinnovare la nostra pedagogia politica e aiutare coloro che sentono che la loro fede, senza l’impegno pubblico, non è piena”.
Ora, le parole di Bassetti vanno tradotte nell’azione politica contemporaneo. Senza rivendicare, com’è ovvio, una improponibile unità politica dei cattolici ma anche senza limitarsi a suggerire una “diaspora” che oggi non è più una strada praticabile. È lo stesso Bassetti a dirlo quando, ricordando la gloriosa e feconda esperienza del Ppi di Don Sturzo, si chiede ” dove sono le nostre intelligenze, le nostre passioni?” E ancora, “Perché il dibattito tra di noi e’ così stentato? Di che cosa abbiamo timore? Gli spazi che la dottrina e il magistero papale ci hanno aperti sono enormi ma sono spazi vuoti se non li abitiamo”.
Ecco, ancora una volta dalla gerarchia arrivano parole che denunciano un vuoto culturale, politico e programmatico dei cattolici italiani. Parole che evidenziano, per chi se lo fosse dimenticato, che la tradizione del cattolicesimo politico italiano non può più convivere con una stagione dove prevale e domina l’afasia e e l’indifferenza stessa dei cattolici. Siamo, cioè, di fronte ad un bivio: o i cattolici italiani, laicamente, si assumono la responsabilità e il compito di tradurre concretamente queste sollecitazioni nella società attraverso gli strumenti politici e organizzativi previsti dalla nostra Costituzione, oppure saranno gli stessi cattolici ad essere complici dello smarrimento dei loro valori, della loro culturale e degli insegnamenti e degli inviti che arrivano autorevolmente dalla stessa chiesa cattolica. Si tratta, cioè, per chi ha vocazione politica e per chi non si rassegna alla marginalità e all’irrilevanza politica dei cattolici, di avviare una fase nuova di elaborazione culturale, di impegno diretto e di militanza responsabile. Per quello che può fare, “Rete Bianca” risponde positivamente all’appello autorevole, responsabile e mirato del cardinal Bassetti.
Giorgio Merlo
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