Domenico Bianco recensisce l’ultimo romanzo di Giusy Valla Innocenti, “Vieni a sederti tra i fiori”, impreziosito dall’autorevole prefazione dello storico Gianni Oliva.
Un romanzo all’insegna del garbo e della tenerezza, racconta di un mondo non troppo lontano e pur inesorabilmente passato, oggi relegato tra i più cari ricordi. Ci fa rivivere la fragranza dei piccoli gesti, sentire il profumo di quella civiltà contadina piemontese ricca di valori, ma anche abituata a sacrifici, ad eventi lieti e tristi che lasciavano il segno e tuttavia imponevano di voltare pagina e andare avanti.
Le descrizioni accurate sono preziose in questo viaggio della memoria per consegnare alle future generazioni la vita quotidiana dell’epoca.
L’autrice pone l’accento sul rapporto tra le persone, ne sottolinea l’umanità, rivaluta i sentimenti (la generosità di Boris, un uomo buono e benvoluto da tutti).
Non giustifica ma comprende atteggiamenti come il rifugiarsi dell’alcol dopo una pesante delusione e in seguito ad una disastrosa vicenda fallimentare.
Nel romanzo c’è una continua attenzione alle modificazioni economiche e culturali della società, specie all’inizio degli Anni Sessanta, quando vi inserisce i risvolti del “miracolo economico” con riflessi inevitabili nella vita delle famiglie dell’hinterland torinese.
Si intuisce comunque che l’autrice ha fatto buon uso di una dose significativa di autobiografia, specie tra le pagine che descrivono lo scorrere della vita torinese con gli eventi che vi sono collegati. Ciò giova molto alla narrazione ed è interessante perché vengono toccate vicende del tempo, il cui ricordo è caro a quella generazione per averle direttamente vissute.
Affiora così un dualismo spesso lacerante tra l’antica e saggia cultura contadina e il nascente e più accattivante richiamo ad abbandonare la terra, per approdare nel più promettente settore della neonata industria che aveva bisogno di braccia e di cervelli.
Un romanzo ricco di colpi di scena, in cui si alternano immagini di serena quotidianità ad altre decisamente drammatiche. Si possono così cogliere i timori e le ansie di momenti storici rilevanti e anche tragici, come la strage di Piazza Fontana a Brescia, la crisi energetica del ’74, la contestazione studentesca e i terribili anni di piombo riportati con lucidità e realismo.
Non mancano sottolineature storiche e citazioni di avvenimenti che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso.
Vicende di vita, atteggiamenti, stati d’animo, reazioni umane: tutto viene descritto in modo esemplare e sembra di assistere realmente alle manifestazioni caratteriali dell’ampia sequela di personaggi che ruotano nel romanzo.
Il libro, autoprodotto, si compone di 430 pagine e si avvale dell’autorevole prefazione dello storico Gianni Oliva. Può essere ordinato telefonando al numero 377 406 7502.
Domenico Bianco