23 Aprile 2018
Storia. Alla scoperta di una importante famiglia pinerolese del basso medioevo
I Trucchietti, “consignori” della val San Martino
Nello scorso numero di Vita Diocesana Maurizio Trombotto ha ricostruito, necessariamente in forma sintetica, la storia nota della pieve di Santo Stefano del Castellar di Pinerolo. Questo mio contributo è da ritenersi complementare al suo in quanto nel basso medioevo le aree cosiddette del Castellar superiore, ove si collocava la pieve di santo Stefano, e di quello inferiore erano giusto separate dalla motta (azienda agricola fortificata) appartenente alla famiglia Trucchietti (l’attuale motta Grossa di Riva di Pinerolo).
Gli storici ed i ricercatori di storia locale che si sono occupati della storia di Pinerolo hanno per la maggior parte considerato la famiglia Truchietti poco importante e poco significativa, relegandola ad un ruolo prettamente valligiano nella val San Martino (l’antico nome della val Germanasca), con un profilo più che altro “provinciale”. In realtà non è così. I Trucchietti sono stati per circa due secoli, dalla fine del Trecento agli ultimi decenni del Cinquecento, se non la più potente famiglia pinerolese, certamente tra le più importanti.
I Bersatore (ricca e più nota famiglia nei primi secoli di vita della città) ed i Provana (che dovevano la loro importanza al fatto di essere banchieri e commercianti, oltre che funzionari e feudatari) costituenti le uniche due famiglie che avrebbero potuto contrastarli, erano ormai in quegli anni all’inizio della loro parabola discendente per quanto riguarda Pinerolo e il Pinerolese.
Ma chi erano i Trucchietti, consignori della val San Martino? Arrivati in città dalla Francia a fine Duecento senza grandi mezzi, riuscirono a fondare la potenza del loro casato (diviso in due rami principali e numerosi collaterali) ed a raggiungere il traguardo del benessere economico e della piccola nobiltà, coniugando perfettamente ruoli di carattere amministrativo con quelli religiosi, economici, politici e riuscendo inoltre a costruire importanti relazioni familiari.
Il loro protagonismo, nei diversi aspetti della vita di un’importante famiglia del basso medioevo, si estendeva in diversi settori.
Potere economico: case e palazzi in Pinerolo, diritti feudali in val San Martino, possesso di terreni, motte e cascine nei dintorni di Pinerolo, utilizzo di strutture produttive, prestito di denaro; furono spesso i maggiori contribuenti del comune.
Potere politico/amministrativo: numerosi incarichi presso il principe d’Acaia, presso i duchi di Savoia, presso il comune di Pinerolo.
Potere religioso: incarichi di prestigio presso la Curia di Torino, cappelle, beneficio Trucchietti, introito di decime.
Relazioni familiari: matrimoni con altre famiglie di spicco. Antonio Trucchietti sposa Caterina della Rovere; Margherita Trucchietti sposa Bernardino fu Gabrio de’ conti Palatini di Lomello; Lucrezia Trucchietti sposa Claude de Cordon, governatore di Nizza, castellano di san Secondo, alto funzionario di corte; Bonifacio Truchietti sposa Claudia Grimaldi di Boglio; Gerardo Trucchietti sposa Alassina, figlia di Antonio signore di val San Martino; Giovanni Francesco Trucchietti sposa Leonora Capris di Chambéry de’ Signori di Altessano; ecc.
Ricordare tutte le figure di spicco della famiglia è impossibile, mi limito, quindi, a fornire alcuni brevi cenni sulle quattro più significative.
Gioanni Michele
Nella seconda metà del Trecento Gioanni Michele: molte volte ambasciatore per il comune, comandante dei balestrieri, sapiente nominato dalla credenza, clavario e massaro dei mulini del comune di Pinerolo. È indicato da più autori come signore del castello della motta Grossa. Nel 1417, con lettere patenti in pergamena, Ludovico d’Acaja, conferma ai Trucchietti il feudo della motta, con ogni giurisdizione sul fortilizio.
Aimone ed Antonio
Per la prima metà del Quattrocento i figli di Gioanni Michele, in particolare i due fratelli Aimone ed Antonio, che danno origine ai due principali rami della famiglia e che nel 1402 acquistano dal chierese Milone Buschetti (già castellano di Pinerolo nel 1396/7) buona parte della val San Martino; in particolare i terreni corrispondenti alle attuali borgate di Perrero, Maniglia, Salza, Balziglia, Massello, Fontane, Traverse e Villasecca.
Aimone acquisisce il titolo di nobiluomo, è segretario del principe Ludovico d’Acaja, notaio, ragioniere per il comune, massaro delle strade, numerosissime volte ambasciatore, credendario, sapiente per il Consiglio dei 25 del comune di Pinerolo.
Antonio acquisisce il titolo di nobiluomo, è scudiero del principe d’Acaia, capitano dei balestrieri, ambasciatore per il comune, castellano di val S. Martino (nomina da parte di Bona di Savoia il 18 maggio 1419), ragioniere del comune. Con il consegnamento del 1428 (ampiamente studiato da Marco Calliero) compare tra gli uomini più potenti, ricchi ed influenti di Pinerolo
Giorgio Truchietti
Nella seconda metà del Quattrocento troviamo Giorgio Truchietti: vicario generale di giustizia nella Moriana e in seguito collaterale e presidente del Consiglio cismontano, ambasciatore del duca di Savoia, ambasciatore per il comune di Pinerolo molte volte, primo presidente del Senato in Torino. Appartiene alla più ristretta cerchia di collaboratori del duca Amedeo IX e, dopo la sua morte, della reggente Iolanda di Savoia. Mantiene un ruolo di importanza rilevante alla corte ducale anche negli anni di Carlo I e della successiva reggenza di Bianca di Savoia. Lucrezia figlia di Giorgio, compare in un atto del 1502 come proprietaria, insieme al marito Claude de Cordon, del complesso che oggi conosciamo come villa del Torrione.
La fine nel XVII secolo
Come detto la famiglia Trucchietti, nelle sue diverse articolazioni, possedeva numerosi edifici anche entro la cinta murari di Pinerolo e tra queste il palazzo dei Trucchietti con affaccio porticato sulla “platea Burgi” ovvero sulla piazza del borgo alto della Pinerolo medievale.
Una curiosità: sul retro del palazzo Trucchietti (i due palazzi erano divisi da un tratto delle mura duecentesche prive ormai della loro funzione originale) è posizionato il palazzo noto come degli Acaja (ovvero il palazzo appartenente alla famiglia Vastamiglio).
La famiglia Trucchietti, salvo qualche esponente minore che manterrà il cognome ancora nel secolo XVIII, si estingue sostanzialmente nel XVII secolo, cadendo nell’oblio della storia.
Ettore Peyronel
Socio della società storica pinerolese
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