10 giugno 2015

Il 15 maggio è andato in onda sul TG scientifico “Leonardo” il primo servizio, realizzato dal giornalista Maurizio Menicucci con la consulenza scientifica sul campo di Dario Seglie, direttore del CeSMAP (Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica di Pinerolo) e di Hipólito Collado Giraldo, soprintendente archeologico dell’Extremadura (Spagna).

Il servizio è stato tratto dalle riprese della recente missione RAI sul tema dell’arte paleolitica nella penisola Iberica. Due mete fondamentali sono state Altamira, sede della prima scoperta di una grotta preistorica dipinta, e Burgos, città nella quale è recentemente sorto il Museo dell’evoluzione, grazie alla presenza dei giacimenti archeologici della vicina Sierra de Atapuerca, contenenti i resti del più antico uomo d’Europa.

La sistina della preistoria
La grotta di Altamira è una caverna spagnola famosa per le pitture rupestri del Paleolitico superiore raffiguranti mammiferi selvatici e mani umane. Si trova nei pressi di Santillana del Mar in Cantabria, 30 chilometri ad ovest di Santander.

La grotta originaria è lunga 270 metri e consiste di una serie di passaggi intrecciati e di camere. Il cunicolo principale ha un’altezza variabile dai due ai sei metri. Gli scavi archeologici nel fondo della grotta hanno portato alla luce ricchi depositi di arte del Solutreano superiore (circa 18.500 anni fa) e del Magdaleniano inferiore (tra i 16.500 e i 14.000 anni fa). Nel lungo intervallo di tempo fra questi due periodi di occupazione umana la grotta è stata usata solo da animali selvatici.

Il sito si trova in un punto strategico per poter sfruttare la disponibilità di cibo costituito dalla ricca fauna che abitava le vallate delle montagne circostanti. Circa 13.000 anni fa una frana bloccò l’entrata della caverna, preservandone così il contenuto fino alla scoperta casuale avvenuta nel 1879 in seguito al crollo di un albero (D. Marcelino Sanz de Sautuola e sua figlia Maria che per prima vide le pitture: “papà, mira toros !). All’inizio del secolo scorso l’abate e archeologo Henri Breuil la definì “la Cappella Sistina della preistoria” per sottolineare la sacralità del sito e l’eccellenza dei dipinti preistorici.

L’occupazione umana preistorica della grotta è stata limitata all’entrata, nonostante siano state trovate pitture per tutta la lunghezza del cunicolo. Gli artisti usarono carbone e ocra o ematite per dipingere, spesso diluendo i colori per produrre tonalità diverse e creare così effetti di chiaroscuro; sfruttarono anche i contorni naturali delle superfici rocciose per dare un’impressione di tridimensionalità ai soggetti.

Il soffitto multicolore è l’opera più appariscente e mostra un branco di bisonti in differenti posizioni, due cavalli, un grande cervo e quello che sembra essere un cinghiale. La datazione di queste opere si può far risalire al Magdaleniano per quanto riguarda animali e forme astratte. Le immagini attribuite al Solutreano raffigurano invece cavalli, capre e impronte di mani. Numerose altre caverne nel nord della Spagna contengono esempi di arte paleolitica, ma nessuna di loro è qualitativamente o quantitativamente paragonabile ad Altamira.

Scavi furono effettuati da Hermilio Alcalde del Río (1902-1904), cui seguirono quelli del tedesco Hugo Obermaier (1924-1925) e, più avanti, di Joaquín González Echegaray (1981). Nel 2008, infine, grazie al sistema di datazione uranio-torio, alcuni dipinti sono stati fatti risalire a 35.000-25.000 anni fa. Inoltre, studi recenti confermano l’ipotesi che in vari casi ci si trovi di fronte a opere “collettive” completate nell’arco di migliaia di anni.

Negli anni sessanta e settanta le pitture vennero danneggiate dall’eccesso di anidride carbonica prodotta dai numerosi visitatori. Altamira venne quindi chiusa al pubblico a partire dal 1977, per poi riaprire parzialmente nel 1982. Da allora i visitatori vengono accettati in numero tanto ridotto che, per vedere le opere, la lista d’attesa è di almeno tre anni.

Per ovviare in qualche modo all’inconveniente, nel 2001 (progettisti Manuel Franquelo e Sven Nebel) è stata costruita poco distante (circa 150 m) una copia della grotta e un museo che permettono una vista più confortevole dei dipinti colorati della grotta principale insieme a una selezione di altri lavori minori; il museo possiede una introduzione generale alla preistoria, un edificio per mostre temporanee e una Sezione Didattica che propone alle scuole pittura e incisione su roccia, tiro al bersaglio col propulsore e accensione del fuoco.

Il MEH di Burgos
Aperto nel 2011, il Museo dell’Evoluzione Umana, costato oltre 100 milioni di Euro, si qualifica come il più importante del settore a livello mondiale.
Su richiesta della Regione Castiglia e Leon l’architetto Juan Navarro Baldewegun ha progettato un enorme edificio modernista che ospita gli oggetti trovati a Atapuerca, e racconta in modo esaustivo la storia dell’evoluzione umana.

Il MEH non è solo uno spazio espositivo, ma è anche un centro di prima informazione, innovativo e attraente per tutti i pubblici. Cosicché è stato progettato con un’architettura drammatica e simbolica.

Il percorso inizia con i ritrovamenti del territorio circostante; qui si possono vedere i più rilevanti fossili originali che sono stati ritrovati nei giacimenti di Atapuerca: i resti di Homo antecessor, risalenti a 800 – 600 mila anni fa, o il cranio numero 5, anche conosciuto come “Miguelón”, appartenente ad un Homo heidelbergensis; sono solo alcuni dei gioielli paleontologici che sono esposti permanentemente in questo museo.

Al piano superiore, dedicato all’evoluzione biologica, è d’obbligo la visita alla Galleria dell’Evoluzione, dove ammirando le sculture iperrealiste di Elizabeth Daynés di Parigi, si compie un viaggio appassionante nel passato dell’essere umano, cominciando dalle ricostruzioni a grandezza naturale dei principali antenati dell’Uomo: australopithecus afarensis; australopithecus africanus; paranthropus boisei; homo habilis; homo georgicus; homo ergaster; homo antecessor; homo heidelbergensis; homo neanderthalensis; homo rhodesiensis.
Si può ammirare, inoltre, una copia del Beagle, la nave di Darwin.

Un’altra area è dedicata all’evoluzione culturale dell’uomo. Qui, grazie all’aiuto di installazioni audiovisive, è possibile avvicinarci alle diverse scoperte culturali che caratterizzano l’essere umano: il fuoco, la tecnica manifatturiera degli strumenti in pietra e l’esecuzione delle pitture rupestri.

Il viaggio finisce al piano superiore, dove, oltre alle mostre temporanee, si potrà godere di una vista incredibile dell’architettura del Museo e si possono ammirare i diversi tipi di ecosistema della Sierra di Atapuerca.

Un museo imperdibile ed imprescindibile, facilmente comprensibile, per chiunque voglia aggiornarsi sulla lunghissima e complessa vicenda dell’uomo sulla terra.

Dario Seglie

Altamira - caccia col propulsore

Sito della Grotta di Altamira, Spagna. Attività didattiche. Simulazione di una battuta di caccia preistorica al cervo con l’uso di giavellotto e propulsore, strumento usato per imprimere maggior forza alla zagaglia. (Foto Dario Seglie – CeSMAP)