Don Lino Piano, sino a pochi mesi orsono padre della Piccola Casa, ha pubblicato il I volume del Carteggio di padre Luigi Anglesio. Nativo di Torino (1803), ordinato prete a Pinerolo dal vescovo Rey (1828), Canonico della Collegiata della Santissima Trinità in Torino e in seguito di San Lorenzo, nel 1839 rinuncia al canonicato per entrare totalmente al servizio della Piccola Casa della Divina Provvidenza; nel 1842, riconosciuto da Carlo Alberto quale Cofondatore della Piccola Casa, succede al Cottolengo; qui svolgerà l’incarico di Padre sino alla morte nel 1881.
Abbiamo cercato nel volume quanto riguarda persone, località, iniziative nel Pinerolese, ricavando quanto andremo succintamente a esporre.
Emergono in primo luogo i contatti con il canonico Lorenzo Renaldi, confratello di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo nella basilica del Corpus Domini di Torino. Il Renaldi fu teste al processo di canonizzazione del santo fondatore della Piccola Casa deceduto nel 1842. Nel 1849 fu ordinato vescovo di Pinerolo ove rimase sino alla morte nel 1873. Dal Carteggio si evincono contati col predecessore del Renaldi sulla cattedra di San Donato, mons. Andrè Charvaz, nell’epoca in cui fu arcivescovo di Genova (1852-1869). Compaiono riferimenti a un vescovo di origine pinerolese, Giovanni Battista Balma. Costui, nato nel 1817, entrò negli Oblati di Maria Vergine nel 1832; fu missionario in India. Ordinato vescovo nel 1847, rientrò in Italia nel 1855 e risiedette a Torino per alcuni anni. Nel 1871 fu nominato arcivescovo di Cagliari. Morì a Roma nel 1881.
Il Pinerolese compare soprattutto nella lettera del 16 settembre 1850 inviata all’Anglesio dall’arcivescovo di Torino Luigi Fransoni dal Forte di Fenestrelle dove è recluso in attesa di andare in esilio oltre confine. Il presule, intransigente, pagava così la sua opposizione alla legge sull’abolizione del foro ecclesiastico. Il viaggio inizia a Pianezza e in tarda serata si giunge a Pinerolo, dove si fa una sosta. La sosta successiva, per il cambio dei cavalli, avviene a Perosa. Il vescovo annota, tra i paesi attraversati, Castel del Bosco, Villaretto e Mentoulles. A Fenestrelle il presule si ferma per un po’ di ristoro e riposo all’Albergo della Rosa Rossa. Nei giorni trascorsi al Forte, dall’8 al 27 settembre, il vescovo scrive di «essere fortunato quanto alla lettura» grazie ai libri procuratigli dai Cappuccini, cappellani militari, e dall’abate Challiol, allora maestro al Piccolo Seminario e in seguito parroco di Fenestrelle. A Traverses il parroco, don Bouvier (qui dal 1839 e sino al 1881) invita l’arcivescovo a casa sua. Osserva il presule: «c’introdusse in una casa, per verità oltremodo miserabile, ove tosto con una cordialità difficile ad esprimersi, ci apprestò a refezione caffè col latte, pane, butirro, formaggio, frutta, vino bianco e liquori, il tutto con l’accompagnamento d’un buon fuoco, che in quelle regioni riesce, io credo, gradito anche nell’estiva stagione».
Nel Carteggio ricompare Fenestrelle nel 1852. In data 13 gennaio si evince che un tale, Faroppa Giovanni, nativo di Torino, negoziante ambulante, ha nominato eredi universali per una metà i suoi parenti e per l’altra metà la Piccola Casa. Tra i beni vi è un appezzamento di terreno che si pensava nel territorio di Fenestrelle; grazie all’interessamento del vescovo Renaldi si risolve il caso scoprendo che il terreno in questione è sito a Castel del Bosco.
Compaiono infine quattro suore della Piccola Casa originarie della diocesi di Pinerolo. Si tratta di Boretto Anna (suor Gerolama) di Pinerolo, che compare in servizio all’ospedale di Cuneo nel 1845, a Cavour come suora maestra nel 1848 e che in seguito sarà trasferita a Santhià; Perotti Maria (suor San’Amore) anch’essa di Pinerolo, compare in servizio all’asilo di Racconigi nel 1863 e nello stesso anno è trasferita a Torino alla Piccola Casa; da Abbadia proviene Bonino Catterina (suor Bona) maestra a Cuorgnè nel 1848 e da Torre di Luserna Garnero (i) Catterina (suor Angela) maestra a Cumiana nel 1848. Tutte costoro erano entrate nella Piccola Casa vivente ancora il fondatore, il Santo Cottolengo che morì a Bra il 30 aprile 1842.

d. Giorgio Grietti