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Cultura  

Museo del Cinema. I cento passi per le scuole in ricordo delle vittime delle mafie

Museo del Cinema. I cento passi per le scuole in ricordo delle vittime delle mafie

Il prossimo 22 marzo a partire dalle 9, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (21 marzo), il Museo Nazionale del Cinema organizza per le scuole di tutta Italia, la proiezione in streaming del film “I cento passi” di Marco Tullio GiordanaSeguirà un incontro online con il regista al quale parteciperà anche Daniela Marcone, Vicepresidente nazionale di Libera e referente dell’Associazione per l’Area Memoria.

L’incontro è rivolto alle scuole secondarie di I (classi terze) e II grado ed è realizzato in collaborazione Cinemovel Foundation, Libera, Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo e Rai Cinema. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione all’indirizzo e-mail didattica@museocinema.it 

La partecipazione è gratuita grazie al contributo di Agenzia Antonelliana-Reale Mutua Assicurazioni.

I cento passi (2000) di Marco Tullio Giordana racconta la storia di una ribellione, non solo contro la mafia, ma per la libertà e per l’impegno civile. È la storia di Peppino Impastato, giovane attivista, e la sua lotta attuata attraverso l’ironia, la sfida della sua voce alla radio ed il coraggio di perdere tutto. Peppino Impastato impegnò la sua vita alla lotta alla mafia nella sua terra: la Sicilia. I cento passi sono esattamente quelli che separano la sua casa da quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il film ha vinto un premio ai Nastri d’Argento, quattro David di Donatello, è stato premiato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e ha ottenuto una candidatura al Golden Globes.

«Questo non è un film sulla mafia, non appartiene al genere. È piuttosto un film sull’energia, sulla voglia di costruire, sull’immaginazione e la felicità di un gruppo di ragazzi che hanno osato guardare il cielo e sfidare il mondo nell’illusione di cambiarlo. È un film sul conflitto famigliare, sull’amore e la disillusione, sulla vergogna di appartenere allo stesso sangue. È un film su ciò che di buono i ragazzi del ’68 sono riusciti a fare, sulle loro utopie, sul loro coraggio. Se oggi la Sicilia è cambiata e nessuno può fingere che la mafia non esista, ma questo non riguarda solo i siciliani, molto si deve all’esempio di persone come Peppino, alla loro fantasia, al loro dolore, alla loro allegra disobbedienza». (Marco Tullio Giordana, Cinematografo 2007).

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