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Cultura  

Mistica e avventura nel fantasy di Marco Volpe

Mistica e avventura nel fantasy di Marco Volpe

Il giovane scrittore Marco Volpe ha pubblicato recentemente il suo primo romanzo “Il Kyls’Ahr” (Laura Capone Editore) che è anche il primo volume di una trilogia: seguiranno quindi altri due romanzi che completeranno la storia narrata.
“Il Kyls’Ahr” (tra l’altro vincitore di un concorso letterario) è un romanzo fantasy classico. Non strizza l’occhio al surreale, ignora lo steampunk ed è distante anni-luce dall’ urban fantasy, i sottogeneri più gettonati negli ultimi tempi. Piuttosto si rifà alla sempreverde lezione di J.R.R. Tolkien dal quale lo separano però l’atmosfera psicologica decisamente diversa, meno solare, più drammatica, e una serie di dettagli che lo avvicinano alla fantasy Sword and Sorcery degli anni Settanta/Ottanta, tipo Moorcock, e un po’ anche alla fantascienza (sono presenti dettagli e termini di tipo scientifico: scariche elettriche, e altre cose che sono più spiegabili con la scienza che con la magia).
Il romanzo inizia con una sorta di cosmogonia, come il “Silmarillion”, e racconta come si è originato l’universo che ospiterà le avventure del protagonista.
All’inizio di tutto abbiamo Eternità, una divinità unica, sola e perfetta che crea due princìpi, luce e oscurità, che non sono il bene e il male ma sono entrambe “buone” e fatte per completarsi.
Vengono poi creati i Primordiali ossia i quattro Elementi, forze titaniche che, incontrandosi e scontrandosi nella genesi delle cose, in qualche modo generano la Suprema Tempesta, una enorme energia nei cui vortici ha origine la vita. I Primordiali poi abbandonano questa loro “creatura”. La Suprema Tempesta, sentendosi abbandonata, concepisce l’odio, cioè il male. Ecco quindi apparire un principio negativo e distruttivo che si opporrà alle forze del bene.
Sorgono svariate creature e parecchie razze ma esse saranno ormai conflittuali tra loro perché il male ha cominciato ad esistere.
Dopo un salto temporale di qualche migliaio di anni, l’azione si sposta ad Azura, il pianeta dove si svolge la storia. Ormai Azura è un mondo strutturato, popolato da varie razze e vi si sono sviluppate delle civiltà. Qui un giorno dovrà apparire il Kyls’Ahr, cioè un figlio dei cieli che ristabilirà il giusto equilibrio.
L’attenzione si sposta su di un villaggio di montagna, Glace, nel grande impero di Shantia. I montanari celebrano le loro semplici feste, la religione pare essere un culto lunare. A Glace vive una donna, Nathee, rimasta sola dopo la morte del suo partner.
Il bambino destinato ad essere l’eroe nasce in modo misterioso: un giorno la donna, facendo una escursione in montagna, vede una creatura di luce, alata: la creatura le affida un neonato. È ovvio che la vicenda potrebbe essere letta come una metafora religiosa, ma l’interpretazione resta aperta.
Il romanzo presenta una trama piuttosto complessa ed appaiono molti personaggi, dai Nani Azzurri, una razza votata alla luce, alle creature serpentine votate invece all’oscurità, ai Glossim, dei Mezzuomini simili a gnomi, molto abili e quasi “tecnologici”, agli Eldenar una stirpe molto dotata in senso spirituale. Ci sono naturalmente anche esseri umani come Nathee, alcuni buoni, altri malvagi. Non manca il Vecchio Saggio, personaggio di riferimento in ogni storia avventurosa che si rispetti: qui abbiamo il druido Raven.
I cattivi sono davvero cattivi: paladino del male è un demone, l’ Adnan’Ahr, bellissimo ed elegante dai capelli color platino ma dal cuore insensibile e malvagio… (quasi un omaggio a Dorian Gray). Ai suoi ordini due perfidi guerrieri gemelli. Ma in soccorso dell’eroe arriverà una bella guerriera.
L’ambizione dell’autore è quella di proporci un mondo completo e a tal fine ha creato anche una lingua apposita seguendo l’esempio del professore di Oxford.
La storia, nonostante qualche episodio piuttosto crudo, è basata su un forte senso etico, ma è anche varia, sorprendente e avventurosa e non mancherà di coinvolgere gli amanti del genere fantastico. Noi l’abbiamo letta con viva curiosità ed attendiamo sviluppi…

Luisa Paglieri

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