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Cultura  

Il tempo delle vacanze: un'occasione per leggere

Il tempo delle vacanze: un'occasione per leggere

C’è qualcosa di magico nelle parole. Suoni semplici o insiemi di suoni che riescono a esprimere e comunicare ciò che esiste attorno a noi e dentro di noi, oggetti, luoghi, situazioni, emozioni, idee…

Speciali libri

E c’è qualcosa di magico e affascinante nella parola scritta, in quei segni che hanno il potere di fissare e conservare ciò che le parole hanno saputo dire. E proprio questa parola scritta è diventata nel corso del tempo un immenso patrimonio a nostra disposizione, un vero e grande tesoro dal quale possiamo attingere a volontà, senza paura di impoverirlo. Nessuno dovrebbe mai rinunciare ad esplorare questa ricchezza dell’umanità che, nella sua quasi interezza, è ormai a disposizione di tutti.
Leggere, infatti, è un po’ come viaggiare e ogni volta che si inizia qualcosa è come tuffarsi in una nuova avventura con passione e curiosità. Se poi può accadere che la stanchezza di un intero anno di lavoro con l’immaginabile bagaglio di stress e preoccupazioni abbia un po’ affievolito il nostro desiderio di leggere, allora le vacanze possono veramente diventare il momento ideale per riprendere in mano un libro e ritrovare il piacere e il gusto di farci guidare dalle parole e dalle storie di qualche bravo scrittore. Le vacanze sono quel breve tempo in cui cerchiamo di ritrovare nuova serenità e nuove energie e sono un’occasione che non possiamo sprecare. Anche per quanto riguarda le letture dovremo allora cercare e scegliere con cura i compagni di carta stampata con cui trascorrere parte di un tempo così prezioso. È bello entrare in una libreria ben fornita, magari nel centro storico di una città, oppure passeggiare assorti tra le bancarelle dei libri usati. Senza fretta, senza affanni, finalmente senza orari da rispettare, cercando di immaginare e pregustare ciò che titoli, copertine e autori ci suggeriscono e ci lasciano presagire. Racconti storici, epici, fantastici; narrazioni di paesaggi reali e interiori; storie d’amore o di follia; romanzi gialli, del mistero; libri per ridere, poesie, saggi, fumetti… Sta solo a noi decidere. Poi visto che, in fondo, non siamo fatti solo di carne e non viviamo di solo pane, potrebbe essere una buona idea pensare anche alla dimensione dello spirito e deciderci per qualche lettura che tocchi la parte più alta e profonda del nostro essere. Perché no? Perché non seguire la provocazione lanciata a suo tempo da Benedetto XVI che per le letture estive suggeriva qualcosa di veramente originale e controcorrente: la riscoperta della Bibbia. In quell’occasione papa Ratzinger ha detto che non siamo fatti solo per lavorare, ma anche per pensare, riflettere, oppure semplicemente per seguire con la mente e con il cuore un racconto, una storia in cui immedesimarci, in un certo senso «perderci per poi ritrovarci arricchiti». Ha poi aggiunto che libri della Bibbia come il Libro di Tobia (un racconto che contiene un senso molto alto della famiglia e del matrimonio) o il Libro di Ester (in cui la Regina ebrea, con la fede e la preghiera, salva il suo popolo dallo sterminio) o, ancora più breve, il Libro di Rut (una straniera che conosce Dio e sperimenta la sua provvidenza) sono poco conosciuti e si leggono facilmente anche in una sola ora. Piccoli tesori che certo continueranno a scaldarci il cuore ben oltre la fine dell’estate.

Massimo Damiano

Consigli in libreria

Fuori fuoco

Quella di Ivan Fassio, astigiano classe 1977, è poesia vera che scorre fluida e mai scontata arrampicandosi come edera – che colora e divora – sull’anima del lettore. All’improvviso, ad una pagina 47 qualsiasi, ecco la prefazione in versi che sembra mancare al volume: «l’ingiallita carta di questo libro che stringi – ricordati – è stata il sogno di pomeriggi spenti Il pensiero maligno di un viso che sbianca di una parola che stinge».

Anche le parentesi di prosa – né racconto, né riflessione – sono intrise di ritmi e atmosfere e stanno lì, come segnalibri a ricordare che la vita è fatta di alti e bassi, di spessi e sottili, di ruvidi e soffici momenti.
Verso la fine sorprende un montaliano ritaglio d’estate: «Un bivio di ghiaia, un pergolato ombroso, l’intonaco del giorno si scrosta su un cielo ramato».
Da sorseggiare sotto un pergolato all’imbrunire.

P.R.

Ivan Fassio, Fuori fuoco, Edizioni Smascher 2012, 11 euro

 

ERNST JÜNGER, CUORE AVVENTUROSO

La biografia scritta da Heimo Schwilk, studioso attivo a Berlino, presenta un autore già noto in Italia, raccontandone nei particolari le vicende, per quasi 103 anni di attività, e le fasi del pensiero.
Insignito nel 1918 della massima onorificenza al valor militare, l’Ordre pour le mérite, Ernst Jünger riordina e pubblica, nel 1920, il suo Diario di guerra, scritto in trincea, giorno per giorno, sotto pioggia o neve, o nelle lunghe notti di veglia in armi. L’opera, nonostante le molte successive stesure e “correzioni”, è compatta e omogenea, l’espressione già perfetta della prosa cristallina che fa dell’autore un testimone imparziale dell’agghiacciante avventura che fu la Prima guerra mondiale, per lui tra Verdun, la Champagne e le Fiandre.
“Le tempeste d’acciaio”, questo il titolo, è un masso erratico nella sterminata e contraddittoria letteratura europea del ‘900.
Negli anni ’20 del secolo scorso Ernst Jünger riflette sull’operaio-soldato, la figura più appropriata a dare nuova forma al mondo, un mondo che la tecnica, prima militare poi onnivora, trasforma e sconvolge.
Ne “Le scogliere di marmo” è in scena la figura dello scorticatore, terribile e veritiera immagine dell’attività hitleriana. Ernst Jünger non si lasciò mai coinvolgere, evitando anche, lui eroe-soldato intoccabile eppure sempre in pericolo, i minimi incontri, ma non gli scontri, con quei terribili dirigenti di una Germania straniata e violentata nelle sue radici, culturali, metafisiche e spirituali, proprio dall’hitlerismo.
Nel “Cuore avventuroso”, del 1938, ecco invece visioni che forse sono sogni, fiabe strazianti come la fiaba della giovane bionda alle prese con la sorella bruna, e poi i magici sobborghi di Berlino, ignoti e fascinosi.
In “Cacce sottili” Jünger racconta i propri ricordi di scuola a Rehburg, Bassa Sassonia, e le ricerche entomologiche, lo studio appassionato e costante dei coleotteri, iniziato da giovane a Napoli…
Negli anni dell’occupazione tedesca, dal febbraio 1941 all’aprile 1945, Parigi diventa la sua città ed EJ, dall’Hotel Majestic, fa quel che può, in realtà tanto, per mettere a salvamento gli ebrei con cui entra in contatto. Intanto incontra, in borghese, alla sera, artisti e scrittori, Céline e Man Ray, Braque e Léautaud, e legge la Bibbia.
Sarebbe impossibile continuare e citare tutti i racconti: chiudo con un passo, steso a Suresnes in data 15 ottobre 1942, del pluriennale commento jüngeriano alla Bibbia: «Isaia è uno spirito che prospera in immagini di distruzione. La sua visione fondamentale è quella della distruzione del mondo storico, delle antiche città, dei campi e dei vigneti, col trionfo dell’elementare che propone poi la tregua necessaria per preparare quella indistruttibile ricostruzione che avverrà nello spirito divino […]».

Domenico Carosso

Heimo Schwilk, Ernst Jünger. Una vita lunga un secolo, edizioni Effatà, 22 euro.

 
Pagine di montagna

Bruno Usseglio, guardia parchi in Val Troncea, è autore nel 2012 di “Vita di una comunità alpina Fenestrelle e l’assedio del 1708”, libro pubblicato in occasione delle celebrazioni del tricentenario del Trattato di Utrecht del 1713. Trattato importante per le alte valli Chisone, Dora e Varaita, che da francesi diventano sabaude e dove il confine viene spostato sulle creste secondo il principio de “les eaux pendantes”.

Gli eventi sono stati riportati soprattutto attraverso gli occhi della popolazione. Una ricerca basata principalmente su documenti d’archivio (Archivio di Stato di Torino, Archivio Dipartimentale dell’Isere, Archivio storico della città di Fenestrelle, Biblioteca Reale di Torino).
Nel 2013, sempre a firma di Usseglio, è stato pubblicato il libro “Naturalmente divisi. Storia e autonomia delle antiche comunità alpine” (Ed. Breno), raccolta di saggi che riguardano esemplificazioni di autonomie alpine, tra le quali l’Escarton di Pragelato. Ma non solo libri, per una fresca domenica di cultura e folklore segnaliamo la “danza delle spade” di Fenestrelle. È un’antica tradizione che si tramanda da generazione in generazione nella comunità della val Chisone. Seguendo quanto fino ad ora indagato dalla ricerca storica, la testimonianza più antica risale alla fine del XIX secolo quando uno studioso locale ne descrive alcuni aspetti. La danza, carica di simbolismi antropologici, veniva eseguita durante il carnevale e si ritiene dovesse essere un rito beneaugurante nei confronti della nuova stagione agreste. Attualmente il “Bal da Sabre” viene rappresentato ogni anno il 25 agosto durante la festa patronale di Fenestrelle.

C.M.

Bruno Ussegio, Vita di una comunità alpina Fenestrelle e l’assedio del 1708, Alzani 2012, 18 euro.

 

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