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Cultura  

Libri. La siepe dei maestri: un'introduzione appassionata al Talmud

Libri. La siepe dei maestri: un'introduzione appassionata al Talmud

Nel suo La siepe dei maestri. Trentasette luci dal Talmud, edito da Queriniana, Matteo Bergamaschi si propone di avvicinare il lettore alla sapienza del Talmud attraverso un itinerario di trentasette letture selezionate, ognuna delle quali apre alla complessità e alla ricchezza dell’insegnamento ebraico.

Che cos’è allora il Talmud? Per Bergamaschi non è soltanto un libro, ma un autentico «approccio all’esistenza». Nell’introduzione, l’autore suggerisce un accostamento significativo: il modo in cui il Talmud concepisce lo studio richiama il senso antico della parola latina studium, che indicava una sorta di dedizione totale e zelo, che andava ben oltre il semplice concetto di studio che abbiamo noi oggi. Così, nel Talmud, lo studio diventa inseparabile dalla vita stessa: è un dialogo incessante tra maestro e discepolo, dove il sapere non si chiude mai in dottrine definitive, ma si fa movimento continuo, ricerca condivisa. Il maestro talmudico non custodisce rigidamente una verità, ma la cerca insieme all’allievo; insegnare, in questo orizzonte, non significa trasmettere contenuti predefiniti, bensì aprirsi a un significato che non si possiede una volta per tutte, ma che va cercato insieme.

Questa natura dinamica del Talmud si riflette anche nel titolo del libro. La siepe dei maestri trova la sua spiegazione nella Premessa: l’immagine è presa dal trattato Avot, dove si invita a «fare un recinto intorno alla Torah». La siepe non è un muro che separa e isola: è una protezione viva, porosa, capace di custodire senza soffocare. Tra i testi presentati nel libro, uno dei più intensi è senza dubbio La scuola dell’amore (Erubin 21b). Qui Bergamaschi mostra come l’amore per Dio si compia non nell’estasi, ma nello studio paziente della Torah, che diventa una vera e propria scuola d’amore: inteso non come possesso, ma come dono. Poiché, come recita un insegnamento talmudico ripreso nel libro, «Quando l’allievo interroga il suo maestro e gli dice: “Insegnami la Torah!”, se egli gliela insegna, il Signore illumina gli occhi di entrambi».

Giulia Tarditi

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