Davide Gorga, classe 1974, è autore di romanzi, poesie, saggi. Tra i suoi lavori spicca per un rinnovato interesse per il Medioevo. Dal 2022 è entrato a far parte del collettivo letterario Inkiostri.

Medioevo, Veggenza, Fede (L’Arco e la Corte, 2022) di Davide Gorga è una raccolta di brevi biografie letterarie di ventitré poeti e scrittori, che copre un ampio arco temporale dal pieno Medioevo di Chretien de Troyes alla contemporaneità di Michael Ende, che brilla ed incuriosisce per l’apparente eterogeneità (si passa dal regale ed inaspettato tributo a Charles d’Orleans a C.S. Lewis, da Samuel Taylor Coleridge ad Arthur Rimbaud). È un testo devoto e ragionevole. “Devoto” non in senso confessionale, ma in quanto pieno d’amore e passione (ed anche, viene da dire, riconoscenza) verso alcuni artisti, che prima con le parole, poi con l’associare le parole in versi e frasi, ed infine i versi e le frasi a supportare pensiero e cuore, hanno creato un filo rosso nella storia della letteratura. “Ragionevole” perché le brevi biografie di Gorga sono misurate, asciutte, non esasperano la grandezza ma anzi la contengono in un ampio recinto di umanità sobria e accesa. Non si assume nulla di scontato per il sommo Dante, così come i dettagli della vita di Belloc non sono sbriciolati puntualmente. Quello che interessa è la vista profonda dei maestri, che riescono ad intravedere quel qualcosa che ci insegna ad essere un po’ più umani; di più: cercano di intravedere nella trama della realtà scorci della Realtà più grande, spaziosa, dove l’aria e sottile e dove si respira con più agio. Gorga ci descrive paesaggi, notturni e diurni, e così con le citazioni dei testi presenti da cui prende spunto, non esplicative ma piuttosto allusive, comunque colme di una speranza discreta ma tenace, di una luce di volta in volta tenue e forte: di Christine de Pizan si ricorda il fulmineo ingresso del Ditié de Jehanne d’Arc (“L’anno millequattrocentoventinove / ha ripreso a splendere il sole”; e Giovanna sembra essere una presenza cara e costante lungo tutto il libro), di JRR Tolkien il momento in cui un eroe inatteso, in una terra desolata ed avvelenata, intravede una stella spuntare tra le nubi, ed infonderlo di coraggio, di Gerard de Nerval un breve brano della Sylvie, tutto di ombre, vapori e felici attese. Il lettore può essere davvero confortato da diversi spunti, apparentemente scollegati, ma intimamente coesi. Ultimo, non per importanza: il libro di Davide è una buona guida di lettura. Se già si è esplorato uno degli autori trattati, si è sollecitato a desiderare di riscoprilo; se lo si è fino ad oggi trascurato, si sarà spinti a partire per l’avventura delle sue parole: ed un libro che fa amare libri che meritano di essere amati, è sempre una buona azione nei confronti di chi è vivo, ed ha un paio d’occhi.

 Giovanni Soppelsa