08 settembre 2014

Se oggi Vigone vanta una serie di documenti figurativi invidiabile che vanno dai cicli di affreschi della cappella di Santa Maria de Hortis a quelli della chiesa dell’ex convento agostiniano, dallo stupendo Cristo di Pietà del cortile dell’ex Ospedale alla tenera Madonna della chiesa di Santa Caterina, lo dobbiamo all’opera quanto mai encomiabile dell’Associazione Amici della Biblioteca Luisia, particolarmente al suo infaticabile presidente Mario Quaranta. È di questi giorni l’emergere, nella antica cappella di San Bernardo di alcuni affreschi tardo quattrocenteschi, riportati alla luce dalla restauratrice Raffaella Bianchi, diretta dalla sovrintendente Maria Rosaria Severino. Gli affreschi, dipinti sulla parete destra raffigurano un San Gerolamo, un Martirio di San Sebastiano (mutilo a causa dell’apertura di una finestra) e un San Goffredo munito di spada.

Questo piccolo ciclo contiene un interrogativo finora rimasto senza risposta. La domanda è: che relazione ci può essere tra Gerolamo e Goffredo e tra quest’ultimo e Vigone? Sarebbe stato teologicamente più logico se, a fianco di Gerolamo il frescante avesse dipinto un altro dottore della chiesa, ad esempio Ambrogio o Agostino. Finora ho reperito tre San Goffredo: uno francese, uno tedesco e uno italiano. Si tratta però di monaci poi diventati vescovi e ciò ci porta fuori strada perché stride con il simbolismo della spada. Il colore vivo dei dipinti vigonesi rimanda a certi pittori monregalesi. Nella cuneese cappella della Madonna Lunga, di Montanera, sotto la veste della Vergine di Pietà, troviamo un San Gerolamo assai affine al nostro sia come effetto coloristico sia per la veste identica. Questi affreschi sono stati associati alla bottega di Giovanni Mazzucco, attivo nella seconda metà del quattrocento.

San Bernardo potrebbe riservarci altre sorprese.

Aldo Rosa
Vigone. Cappella San Bernard