Pinerolo. Prosegue fino a venerdì 30 novembre la mostra al Museo Diocesano
La mostra delle opere di venti artisti in omaggio all’evento di cinquant’anni fa, l’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, parte con una documentazione rara che fa da premessa a tutto il contenuto dell’esposizione. Si tratta della costituzione apostolica “Humanae Salutis” sottoscritta da Giovanni XXIII nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano il 25 dicembre 1961 con cui venne annunciata la celebrazione del Concilio. L’esemplare edito dalla Cancelleria apostolica in edizione anastatica limitata proviene dalla Segreteria papale (di allora) è da considerarsi insieme alla medaglia plasmata da Giacomo Manzù (Una Sancta Catholica Apostolica) e al medaglione bronzeo del Giampaoli, il documento più vicino ed autentico alla data che celebriamo.
Il frontespizio della lettera è stato disegnato da Arrigo Bravi che ha inserito l’araldica di Giovanni XXIII nei simboli dei quattro Evangelisti in un ornato naturalistico che richiama la pace e l’eucaristia (l’ulivo, l’uva, la spiga di grano).
Nella Saletta “Pietro Giachetti” al Museo Diocesano sono raccolte e visibili per tutte le domeniche di novembre opere di artisti di alto livello nazionale: Dina Bellotti di Roma con i ritratti di Paolo VI, Natale Bertuletti e Angelo Capelli di Bergamo con diversi profili di Papa Giovanni e padri conciliari.
Roncalli ha stimolato l’arte di Emilio Greco, di Achille Guazzardella, di Alessandro Nastasio, di Nani Tedeschi. In scultura ammirevole il papa in preghiera del romano Lello Scorzelli e del Bergamasco Piero Brolis. Un altro bergamasco , Alessandro Verdi, ha tradotto in rilievo l’incontro dei padri in accoglienza e nell’abbraccio del Papa.
Floriano Bondini ha pensato al Concilio come alla “Novella Pentecoste”, Trento Longaretti come “Riconciliazione tra le Chiese”, l’ungherese Hajnal come il soffio della pace e dello Spirito.
In processione si ammirano i personaggi del pinerolese Giovanni Carena , mentre quelli di Mario Faraoni (cardinali e Vescovi) dialogano in San Pietro.
Dedalo Montali dà una lettura della chiesa del potere in antitesi con quella aperta del Concilio.
«Tutti ai piedi della Croce», come ci invita la stupenda opera del milanese Enrico Manfrini.