11 Novembre 2017
Dal sacro alla Sacra
Segni della religiosità popolare nel nuovo lavoro di Avondo
Forse siamo troppo abituati a viverci accanto che quasi non ci accorgiamo più di loro. Sono i segni del sacro. Quelli imponenti e quelli minuscoli. Quelli di un passato remoto ma anche quelli di un passato abbastanza recente che ha visto protagonisti i nostri nonni e i nostri padri.
Se ne occupa in un nuovo libro, con un particolare attenzione al mondo contadino e alpino, Gian Vittorio Avondo.
Il testo, scrive Renato Grimaldi nella prefazione «propone un’interessante ed esaustiva panoramica dei diversi e numerosi segni devozionali che identificano l’espressione di una religiosità popolare molto diffusa, presenti su una vasta area del settore occidentale del Piemonte, toccando la catena alpina nel tratto compreso tra Cozie e Graie fino ai torrenti Stura di Demonte e Stura di Lanzo, territorio che arriva fino ai 2.000 metri sul livello del mare. Particolare attenzione viene dedicata ai santuari, alle cappelle votive, alle “Mistà” (immagini religiose dipinte sui muri delle case che nel XVIII secolo servivano a rendere manifesta la buona condizione economica del committente), oratori, cimiteri, croci sulle vette, compagnie e confraternite, iconografia dei santi del territorio ed ex-voto, oltre che segni di influenza di stampo protestante».
I segni sacri con cui l’uomo, nel tempo, ha marcato il territorio, spiega l’autore «non si riferiscono soltanto alle chiese, che ancora oggi, oltre rappresentare il centro geografico dei paesi, ne rappresentano pure il centro sociale e culturale, si rifanno a miriadi di strutture più o meno antiche e più o meno significative dal punto di vista storico-artistico, ma fondamentali dal punto di vista religioso perché espressione di una fede radicata e profonda»
Il libro di Gian Vittorio Avondo “Nel segno del sacro Percorsi devozionali nel mondo contadino alpino e della pianura”, edito per i tipi di Marcovalerio, sarà disponibile in tutte le librerie dal 14 novembre e online su www.marcovalerio.it
Presentata una guida al monumento simbolo del Piemonte
Sabato 28 ottobre è stato presentato nella Sala Consiliare del Comune di Avigliana il libro “Sui sentieri della Sacra di San Michele” (Sacra Natura) a cura della società scientifica Meridiani, edito da Graffio Editore di Borgone di Susa, con il contributo dell’Ente di Gestione della Sacra di San Michele e dei Comuni di Avigliana e di Chiusa San Michele.
Ha aperto la conferenza stampa il Sindaco di Avigliana Andrea Archinà che, dopo aver fatto i saluti di casa, ha ricordato il triste momento che stava vivendo la Valle di Susa in quei giorni a causa degli incendi. «Libri come questo – ha detto – possono unire territori (in questo caso specifico quelli addossati alla Sacra) per affrontare meglio calamità naturali o altri disastri ambientali».
Ha preso poi la parola il Sindaco di Chiusa San Michele Fabrizio Borgesa che ha ricordato giustamente che attorno alla Sacra c’è un vasto territorio, tutto da conoscere ed approfondire nella sua meravigliosa corona verde. A seguire è intervenuta Elisa Bollea, da sempre punto di riferimento importante nell’ente di gestione della Sacra. Bollea ha spiegato che questa pubblicazione prende per mano il lettore per condurlo a scoprire la Sacra, aiutandolo a coglierne il senso di grandezza e di mistero che si capta man mano che ci si avvicina con timoroso rispetto alla sua imponente cima arroccata sulla vetta del Monte Pirchiriano in un’armoniosa fusione tra la roccia di serpentinite di cui è costituita e i pilastri artificiali su cui essa è stata edificata.
È stata quindi data la parola ai tre autori del libro (tutti e tre presenti) che hanno a loro volta evidenziato come insieme siano riusciti a far emergere il cuore pulsante di questo edificio. Gianni Boschis la parlato per primo sottolineando da esperto il punto di vista geologico con un excursus alla formazione del territorio su cui la Sacra sorge, ma ha anche evidenziato l’importanza delle potenzialità didattico – educative dell’ambiente storico e naturale dell’abbazia. È poi intervenuta la seconda coautrice del libro Barbara Rizzioli, responsabile del bio monitoraggio dei corsi d’acqua e divulgatrice naturalistica, che ha curato tutta la parte concernente la flora e fauna. La Rizzoli ha fatto notare che nei secoli passati tutto il territorio antistante l’abbazia era brullo e non vi era la vegetazione attuale. Ha fatto altresì presente l’importanza che oggi riveste la colonia di camosci presente sul versante nord della Sacra su cui è stata edificata la “Via ferrata” e dalla quale è possibile scorgerli (sono la colonia stanziale più bassa di cui si abbia conoscenza, a soli 20 Km in linea d’aria dal centro di Torino).
Per ultimo è intervenuto il terzo coautore Frans Frenzini, che si è autodefinito: “L’ultimo scalpello della Sacra”, infatti è davvero un bravo intagliatore nella lavorazione a mano di marmi, pietre e graniti, e come tale ha saputo plasmare sulla pietra la sua arte, dandole vita.
A chiusura della conferenza sono stati offerti alcuni volumi a personaggi presenti in sala che in qualche modo han contribuito alla stesura di quest’opera: Franco Girodo, guida alpina e ideatore della “via ferrata”, Elio Giuliano, per le tecniche di disegno naturalistico apportate al testo, Marco Muzio, Silvano Gallino e infine Arnaldo Reviglio, consigliere comunale di Avigliana, per il suo valido contributo e collaborazione a pieno raggio sul territorio in oggetto.
Lodovico Marchisio
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