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Cultura  

Da Torino a Berlino passando per il muro

Da Torino a Berlino passando per il muro

24 novembre 2014

Iniziative e proposte a 25 anni dalla caduta del simbolo dell’oppressione comunista

Il 9 novembre 2014 è il 25° anniversario della “caduta del Muro di Berlino”, un avvenimento che rappresenta uno spartiacque storico di immensa portata. Benché tale avvenimento non sia ancora compreso (staremmo per dire “metabolizzato”) appieno e ancora non se ne parli quanto sarebbe opportuno (si registra una quasi totale assenza di iniziative nelle scuole), qualcosa si muove nel panorama culturale.
Il 9 novembre si è tenuto a Torino un importante concerto presso il Teatro Regio. Il titolo “Nove Novembre 1989: il suono dei muri che cadono”. Hanno suonato cento violoncellisti della Società Italiana del Violoncello; la musica è stata inframmezzata da letture di brani poetici e sono stati proiettati filmati con le testimonianze di esponenti della cultura contemporanea. Indubbiamente questo concerto di violoncello vuole commemorare il concerto “spontaneo” che il grande violoncellista Mstislav Leopoldovic Rostopovic improvvisò il giorno dopo la Caduta del Muro, seduto su una sedia ai piedi del Muro stesso: solo la musica poteva interpretare la vertigine del cambiamento e la vertigine psicologica che aveva colto i berlinesi, improvvisamente liberi dall’incubo della città divisa e ferita ma al tempo stesso storditi e disorientati.
Le iniziative torinesi, oltre al concerto, sono state e saranno ancora numerose: citiamo le proiezioni a San Salvario (idealmente gemellato con Kreuzberg, il quartiere creativo e “alternativo” di Berlino), la presenza di musicisti tedeschi al festival della musica elettronica Club to Club (con un programma speciale dedicato alla caduta del Muro, fatto che ebbe anche ripercussioni in campo musicale), la proiezione di alcuni film dedicati a Berlino presso il Goethe Institut (notevole “Il signor Lehmann”, storia di un tipico trentenne berlinese ai tempi del Muro, proiettato il 13 novembre) e presso il cinema Baretti (ricordiamo “La felicità di Emma” visibile il 25 e il 29 novembre). Degna di nota è la mostra Götterdämmerung (il crepuscolo degli dei) che presenta per la prima volta in Italia l’opera di Sven Marquardt, artista tedesco orientale un tempo “clandestino” ed ora protagonista della scena artistica berlinese. La mostra (tenuta in due sedi e cioè presso il palazzo Saluzzo Paesana e presso l’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, entrambi a Torino) sarà visibile gratuitamente fino al 12 gennaio 2015 (necessario accreditarsi nella lista di ingresso inviando una mail a info@goetterdaemmerung.it).

Il discorso non si chiude qui: nel 2015 si svolgerà l’ambizioso programma “Torino incontra Berlino” in cui i due contesti metropolitani saranno messi a confronto sotto il profilo artistico e culturale, senza dimenticare le vicende storiche affini, dalla ricostruzione postbellica alla riqualificazione del territorio. Un progetto affine, riguardante la Francia, è stato già messo in atto lo scorso anno con successo: anche nel 2015 le iniziative e gli spettacoli saranno molti.
Non dobbiamo comunque dimenticare che la storia del Muro fu una storia tragica. Vogliamo quindi spendere poche parole per ricordare le molte vittime del Muro, tutti coloro che cercarono di valicarlo e fuggire ma furono uccisi. Tra loro, non pochi agenti di polizia tedesco-orientali e perfino alcune guardie addette alla sorveglianza stessa del Muro! Anche parecchi bambini persero la vita, cercando di fuggire con i familiari o talvolta da soli: ricordiamo Lothar Schlensener (13 anni), Jörg Hartmann (10), Cengaver Katranci (9), Giuseppe Savaca(6), Siegfried Krobot(5), Cetin Mert (ucciso nel giorno del suo quinto compleanno) e il piccolissimo Holger H. (18 mesi).
I fuggitivi furono per lo più uomini ma tra le vittime non mancarono le donne tra le quali l’ottantenne Olga Segler e la diciottenne Marienetta Jirkowski, abbattuta con 27 colpi.
Particolarmente impressionante fu la fine di un ragazzo diciottenne, Peter Fechter, colpito mentre tentava l’ attraversamento e lasciato morire dissanguato nella striscia di terreno ai piedi del Muro, non a caso detta “la striscia della morte”.
Dal punto di vista propagandistico la costruzione del muro fu un disastro non solo per il regime della Germania Orientale ma per tutto il blocco comunista perché divenne il simbolo della tirannia del comunismo. Il celebre discorso di J.F.Kennedy del gugno 1963 (“Tutti gli uomini liberi …sono cittadini di Berlino…Ich bin ein Berliner, io sono un berlinese”) divenne uno dei momenti chiave della denuncia contro questi regimi.
Ben poco resta ormai del Muro vero e proprio che fu quasi del tutto abbattuto ad eccezione di alcuni brandelli rimasti come monumento. Una delle torri è stata trasformata in memoriale.
Il Parlamento italiano con la legge n. 61 del 15 aprile 2005 ha proclamato il 9 novembre Giorno della Libertà quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione dei popoli oppressi e auspicio per il ritorno alla libertà di quei paesi ancora soggetti al totalitarismo.

Luisa Paglieri

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