20 Novembre 2024
25 novembre. Due libri per vivere consapevolmente la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”
Il 25 novembre ricorre la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita il 17 dicembre 1999 in memoria di un brutale assassinio avvenuto il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana. Quando si parla di violenza ci si sente sempre spiazzati, destabilizzati, perché è un tema difficile da digerire, per tutti. Non spetta a me scrivere una campagna di sensibilizzazione sociale, ma il mio compito è quello di presentare, approfondire temi importanti e far riflettere su di essi. Il mio ruolo quindi è quello di fermarmi con voi in quel piccolo “Café des 2 Moulin” in Rue Lepic a Montmartre e proporvi qualche storia, non per forza rassicurante, alle volte anche tremendamente lacerante, ma illuminante. Ecco, quindi, due libri eccezionali che, attraverso generi diversi, vi trasporteranno dentro questa terribile piaga. In questo viaggio, però, vorrei che foste guidati da una playlist potente, “curativa”, l’ho definita, perché come in ogni scalata che si rispetti, così in questa salita verso il calvario del mondo, verso quell’inferno che si aprirà davanti a voi, bisogna essere sicuri che i discensori siano fissati a dovere sulla corda doppia della vostra mente per non rischiare una rovinosa caduta. Mortale. Sì, perché certe cime sono terribilmente pericolose e poterle domare non è da tutti, ma, soprattutto, esse richiedono una grande preparazione. Ecco quindi la playlist “La cura”.
Uomini che odiano le donne
«Il processo era ineluttabilmente finito, e tutto ciò che si era potuto dire era già stato detto. Nemmeno per un secondo aveva dubitato che sarebbe stato condannato», inizia così “Uomini che odiano le donne” (Stieg Larsson), definito da Stefano Montefiori sul Corriere della Sera “un best seller alla Codice da Vinci o Harry Potter”. In effetti, questo thriller psicologico è qualcosa di geniale, qualcosa di meccanicamente perfetto. Il primo di una trilogia (la “Trilogia Millenium”), “Uomini che odiano le donne” racconta la storia di una scomparsa (una bambina di nome Harriet) e delle indagini tardive svolte dal giornalista investigativo della rivista “Millenium”, Blomkvist, a lui affidate dal nonno di Harriet (Henrik Vanger, un potente industriale). Evento trigger: un fiore. Con un’ambientazione cupa, principalmente svedese, dei primi anni Duemila, con personaggi a tutto tondo che mostrano quali siano le principali fragilità umane, con un linguaggio macchinoso ma mai contorto e una storia “page turner”, questo libro è a tutti gli effetti il thriller più geniale in quanto a struttura narrativa e a modalità investigativa.
Poesie dalla prigione
Il secondo consiglio letterario è “Poesie dalla prigione”di Mahvash Sabet, una donna iraniana attualmente in carcere per motivi religiosi. Insignita, nel 2017, dell’“International Writer of Courage”, scrive dalla prigione un libro di testimonianza. Scritte su fazzolettini di carta con penne di recupero e trasmesse all’esterno della prigione da altre donne, queste poesie sono state raccolte in un volume sul quale trionfa la gioia di un volto sorridente, libero, nonostante la prigione. In esso sono racchiuse 100 poesie che testimoniano la grande sofferenza e il coraggio di migliaia di donne iraniane, la loro disperazione e la loro speranza nel lottare quotidianamente per sopravvivere in una situazione di estrema oppressione. Il messaggio che trasmette è molto chiaro: tutte le donne devono essere rispettate nei loro diritti fondamentali. E questo deve essere un progetto comune, di tutti, un desiderio che il mondo deve mettere al primo posto negli obiettivi della propria “Agenda”, perché solo così «se tu vorrai, /il sole sorgerà/ dove non è mai sorto»..
Erica Gavazzi
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