Skip to Main Content

Chiesa  

Tergerà ogni lacrima dai loro occhi

Tergerà ogni lacrima dai loro occhi

2 novembre 2014 – Commemorazione dei Fedeli Defunti. Commento alle letture a cura di Carmela Pietrarossa

Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (Gv 6,40).

La Commemorazione dei Fedeli Defunti che viene immediatamente dopo la solennità di tutti i Santi, ci aiuta richiamare l’attenzione su una realtà ineluttabile che accomunerà tutti, quale è quella della morte, illuminata, tuttavia, dallo splendore del Risorto che trasfigurerà anche i nostri corpi mortali.
Un rapido sguardo alla nostra realtà ecclesiale e ad alcune riflessioni ricorrenti su questo tema, ci porta ad evidenziare che, spesso, quando si contempla il Mistero pasquale ci si attarda a considerare esclusivamente la Passione e Morte di nostro Signore, relegando all’ultimo posto, quasi per formale completezza di esposizione, il mistero della Risurrezione. Niente di più sbagliato! Passione, Morte e Risurrezione vanno contemplate, annunciate e vissute insieme poiché la morte in croce del Cristo senza il “dies Domini” sarebbe vana e tale, ci direbbe l’apostolo Paolo, sarebbe anche la nostra fede (1 Cor 15, 17).
Il cristiano, invece, sa che Mistero pasquale nella sua vita si compirà in pienezza allorquando il Signore stesso “eliminerà la morte per sempre” (Is 25,8), tuttavia, esso si rinnova nella quotidianità della sua esistenza, giorno dopo giorno. E’ qui che il Signore vuole continuare ad incarnarsi per condividere la sofferenza dell’uomo, sostenendola e trasfiguradola attraverso la forza e la consolazione che lo Spirito è in grado di offrire.
Inoltre, qualunque siano le difficoltà che ci si trova ad affontare, queste sono tutte propedeutiche a quanto il Signore donerà a ciascuno di noi nell’ultimo giorno, che è quello della nostra morte. Allora “Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro” (Gb 19, 27). Il Signore stesso “tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Ap 21,4).
Ci anima e ci sostiene, infatti, la consapevolezza che “le sofferenze del momento presente, non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rom 8,18).
Ciascuno desidera che al termine della sua vita gli vengano spalancate le porte del regno, che non è un luogo, ma una condizione di eterna comunione con Dio e che già in maniera imperfetta sperimentiamo sulla terra. Vorremmo anche noi essere tra coloro a cui verrà rivolto il dolce invito: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo” (Mt 25,34).
Ci consola la certezza di avere tanti fratelli che ci hanno preceduto e che ci hanno amato, che ora vivono in Dio e intercedono per tutti noi per condividere con noi anche la vita dopo la morte.

lacrime

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *