Commento alle letture della solennità del Battesimo del Signore a cura di Carmela Pietrarossa. Domenica 11 gennaio 2015
Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto (Mc 1,11)
Presso il Giordano la Trinità si rivela agli uomini consacrando Gesù come unico mediatore del Padre e sua compiacenza.
Al pari di un qualsiasi peccatore il Signore entra nelle acque, vi si immerge, è in fila insieme agli altri non per condivisione della colpa, ma della natura umana con il bagaglio eterogeneo di situazioni che ciascuno porta con sé. Egli, pertanto, dà inizio alla sua vita pubblica non con manifestazioni eclatanti, ma con un gesto di umiltà e di condivisione, attraverso il quale assume la nostra storia ed il nostro divenire, diventandone coattore principale.
Nascendo e scendendo nelle acque del Giordano, egli entra definitivamente nelle nostre famiglie, nei nostri luoghi di lavoro, lì dove non c’è più luce, cibo, ovunque si soffra per lutti, mancanza di lavoro o perché dimenticati dal mondo, per farsi solidale con la difficile condizione umana.
Sì, perché a volte si avverte la fatica di essere uomini, di dover fare i conti con situazioni incisive e graffianti, delle quali in una programmazione personale, avremmo volentieri fatto a meno.
Gesù, immergendosi in quelle acque e poi risalendo, ci dice che non ci lascia soli, resta con questa umanità e con lui al nostro fianco anche noi ne usciremo per risentire la voce del Padre che ci dichiara il suo amore.
Nel nostro battesimo attraverso il segno dell’acqua, associato all’efficacia della Parola (“Io ti battezzo”), che compie ciò che dice, siamo stati immersi nella Trinità SS., simboleggiata dall’acqua stessa. Guardando ciascuno di noi e riconoscendovi il volto del Figlio, il Padre proclama: “Tu sei il mio figlio prediletto, la mia compiacenza. Io ti amo!”.
E noi siamo in grado di riconoscerlo come Padre in quanto abitati dallo Spirito, che continuamente ci ispira propositi ed azioni e, prima ancora, ci fa chiamare Dio con il nome di Padre.
I cieli si sono aperti, la Trinità è discesa sulla terra accogliendo l’uomo nella circolarità relazionale che la contraddistingue. L’uomo viene così inserito nel circuito d’amore trinitario, da cui non uscirà se non per libera scelta. Nel Padre si riconoscerà creatura amata, nel Figlio sperimenterà la rigenerazione attraverso la croce, nello Spirito porterà a mirabile sintesi il progetto di Dio su di lui, facendo attenti gli orecchi del cuore ai suoi desideri di bene.
Ciascuno si senta immerso in questo oceano di amore, vi troverà le tre Persone che all’unisono lo prenderanno per mano, lo accoglieranno e si comunicheranno alla sua anima, donandole l’ordine e l’armonia che solo chi Ama può dispensare.
Buona domenica!