6 Febbraio 2016
Sulla tua parola getterò le reti
Commento alle letture della V Domenica del tempo ordinario (C) a cura di Carmela Pietrarossa. 7 febbraio 2016
In ascolto della Parola, Verità sul nostro cammino
“Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!»” (I lettura – Is 6, 1-2. 3-8).
“Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me” (II lettura – 1Cor 15, 1-11).
“Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5- 1-11).
La Parola ci traccia la Via
Probabilmente è una delle pagine più belle che il Vangelo offre alla nostra intelligenza e sensibilità, con intreccio di sguardi, parole ed azioni, che si susseguono ritmando e appassionando il lettore.
In primis Gesù vede due barche, chiaramente non sono due barche a caso, una di esse è di Simone; proprio su quella egli sale.
Pensiamo a Gesù mentre guarda quella barca, particolarmente interessato a colui che della barca è il “timoniere”, desideroso di conoscere quel pescatore e di farsi conoscere da lui. Senza esitazione egli prende l’iniziativa, sale sulla barca e “prega” Simone di scostarsi da terra.
Notiamo i verbi che si susseguono che da un lato esprimono la determinazione del Signore, (egli sale sulla barca), dall’altra la sua estrema delicatezza: prega Simone, gli chiede, cioè, di mettergli a disposizione la barca, (se stesso) per insegnare alle folle, Simone acconsente.
Gesù termina di annunciare la Parola a tutti e a ciascuno ed è in questo momento che si esplicita la chiamata di Simone: “Prendi il largo”, ma egli replica: “Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”. E’ la risposta dell’uomo che vive le fatiche dell’oggi proiettate anche nel futuro, in una notte che sembra priva della splendida alternanza con il giorno.
In questa atmosfera di indubbia negatività riemerge e si impone il baluardo della fede che impedisce di annegare, a mo’ di ormeggio al quale ci si aggrappa prepotentemente quando si fa fatica a restare a galla, e, tuttavia, non si vuole mollare: “Sulla tua parola getterò le reti”:
Signore sulla tua parola… ci fidiamo di te: sinora la corrente non ci è stata favorevole, ma sulla tua parola ricominceremo, sulla tua Persona conteremo.
La fede viene premiata a tal punto che le reti quasi si rompevano: è il miracolo dell’attesa premiata, della luce che trionfa sul buio, del sorriso che compare su un volto rigato da troppo tempo dalle lacrime, della gioia che chiede asilo in un cuore a lungo oppresso da zavorre di vario genere.
Simon Pietro si “getta alle ginocchia”: il gesto, prima ancora delle parole, vuole essere il riconoscimento del suo essere peccatore consentendo all’animo di aprirsi allo stupore.
“Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”: Abbi fede, continua a sperare anche nella notte più buia perché la vita trionfa e di te il Signore si servirà per donare altra Vita a chi è senza speranza.
La Parola diventa Vita, nell’oggi del tempo
Dal Salmo di questa domenica:
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo (Sal 137).
Buona Domenica in Gesù Maestro, Via, Verità e Vita!
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