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Chiesa  

Il vescovo scrive ai musulmani del pinerolese

Il vescovo scrive ai musulmani del pinerolese

01 agosto 2014

Riportiamo di seguito  l’appello che il vescovo di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi, ha rivolto ai fedeli musulmani del pinerolese, al termine del Ramadan.

 

Cari amici, fratelli e sorelle musulmani,

la conclusione del mese del Ramadan con la festa di Aid al-Fitz, diventa per me una piacevole occasione per augurarvi ogni bene. Questo mese di digiuno ha certamente portato a ciascuno di voi benefici di rinnovamento spirituale.

* Insieme dobbiamo testimoniare alcuni valori che rendono sincera la nostra vita di credenti. Mi riferisco in particolare alla preghiera e all’elemosina, cioè la carità che ci fa solidali con il nostro prossimo, soprattutto con i poveri. Mi piace  sottolineare che la parola “salam” (pace) ha la stessa radice di “Islàm” che significa sottomissione incondizionata e totale a Dio. Il vero credente non può non essere uomo e donna di pace.  Islàm e Cristianesimo affermano che Dio è unico. Il cristianesimo, dopo aver affermato l’unicità di Dio, amplia il suo sguardo su quanto Gesù, Figlio di Dio, ha rivelato sulla vita intima di Dio stesso, che è amore senza confini. Credere nell’unico Dio ci impegna a rendere tutta l’umanità una sola grande famiglia.

* Nella storia del cristianesimo ci sono stati periodi segnati da terribili guerre di religione, anche contro l’Islàm. Ma proprio gli errori commessi nel passato devono aiutarci ad essere vigilanti perché non si ripetano più. Purtroppo vediamo in alcune Nazioni dell’Asia e dell’Africa  un ritorno alla guerra civile strumentalizzando le religioni. Penso all’Iraq e alla Nigeria. Nel Corano, invece, c’è tolleranza verso tutte le religioni, perché «non si può pretendere di costringere gli uomini ad essere credenti a loro dispetto» (X,99). Per questo motivo, fondamentalismo e integralismo vanno sconfitti in nome di tutte le religioni.

Molte voci autorevoli, anche islamiche, si sono schierate a difesa dei cristiani costretti a fuggire da Mosul, per ribadire che essi hanno diritto di restare in questa parte dell’Iraq già da loro abitata fin dai primi secoli dell’era cristiana. La stessa cosa si deve dire dei musulmani in Palestina.

Oltre l’appello più volte ripetuto dal Papa, anche il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec) e numerose espressioni della fede islamica hanno denunciato le tragedie che investono tutte le minoranze religiose, sia cristiane che musulmane, con distruzioni di chiese, moschee e simboli religiosi in tante parti del mondo.

 

* Cari amici musulmani che abitate nel territorio pinerolese, rivolgo a voi un pressante invito perché tutti insieme prendiamo viva parte al dolore delle vittime di tante guerre che insanguinano il mondo. Uniamo le nostre voci sia nella preghiera, sia nel denunciare  ogni forma di violenza. Forse la nostra sarà una flebile voce, ma se saremo uniti manifesteremo chiaramente il nostro impegno per la pace e la nostra solidarietà a musulmani e cristiani spogliati di tutto e costretti a fuggire dalle loro terre. La violenza non si vince mai con la violenza.

Affido a voi questo messaggio. Si uniscono a me i membri del gruppo diocesano per il dialogo interreligioso che cura i rapporti con voi fratelli e sorelle musulmani. Saremmo contenti di potervi incontrare, condividere il vostro pensiero su questa drammatica situazione e individuare, se è possibile, un’azione comune per dire insieme la volontà di costruire, con le nostre energie, un mondo sempre più umano.

 

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