La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, grazie anche al messaggio di Papa Francesco, è davvero una «chiamata», una interpellanza, uno sprone affettuoso e forte che ci responsabilizza tutti.

Non possiamo non riconoscere l’atto di comunicare, e l’utilizzo conseguente di tutti i mezzi di comunicazione, a cominciare dai nostri settimanali diocesani, come attestazione del «primato del Dono» qualificante la vita di tutti noi, dal suo sorgere al suo tramonto. E, contemporaneamente, come vera «opera di Misericordia», percorrendo la quale esperimentiamo e collaboriamo alla gioia di tanti (cfr. 2Cor 1,24) e conosciamo e doniamo vera pace (cfr. Gv 16).

Papa Francesco ci illumina sull’intento che ogni comunicatore deve proporsi; ci illustra lo «sguardo» che può essere assunto, come certezza di lettura degli eventi e conseguente comunicazione; ci ripropone il metodo che è sempre fondamento e garanzia di qualità dell’agire; ci raccomanda un sano realismo nell’«oltrepassare» le negatività.

Scopo è dunque una «comunicazione costruttiva», promuovere una «cultura di incontro», avere uno sguardo sulla realtà «con consapevole fiducia». Conseguentemente avere un « approccio propositivo»; offrire a tutti narrazioni contrassegnate dalla «logica della buona notizia».

Lo «sguardo» e la chiave interpretativa sono per il credente sempre Gesù (il Vangelo -Mc 1,1): la sua storia, il suo insegnamento, la sua presenza di Crocifisso glorificato.

Il metodo è la grande speranza-fiducia nella dignità del «mistero pasquale», unica dialettica (vita e morte per la Vita) interpretatrice della storia dell’umanità e della vita di ciascuno di noi. Promuovere vita nuova; esprimere «la forma di misericordia» che lascia all’ascoltare lo “spazio” di libertà per accoglierla e riferirla anche a se stesso.

«Oltrepassare» ogni negatività: – spezzare il circolo vizioso dell’angoscia; – arginare la spirale della violenza; – vincere il malumore, la non buona rassegnazione, l’apatia; – porre limite al male; – aiutare a non scivolare nella disperazione.

Speranza e fiducia: siamo sostenuti nell’interpretare le tenebre, la morte, il fallimento e nell’accompagnare e illuminare il soffrire.

 

                                                      + Luciano Pacomio

(vescovo delegato per le Comunicazioni Sociali)giornata comunicazioni sociali