Commento alle leture della Solennità dell’Immacolata Concezione, a cura di Carmela Pietrarossa. 8 dicembre 2014

Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. (Lc 1,26-38)

 

Contempliamo oggi la creatura più bella che Dio abbia creato, donandocela come Madre, Maestra e Regina. Prima del tempo Maria era in Dio, che la riveste di umanità e la rende piena di grazia poiché predestinata ad essere madre del Figlio. Con la sua immacolata concezione Maria entra così nella storia e Dio in lei mantiene le sue promesse; in Maria, infatti, si realizza la vocazione d’Israele e, quindi, della Chiesa di essere sposa fedele: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto” (Os 2,21).
Anche Maria ha beneficiato della redenzione operata da Cristo, ma in modo singolare; non è stata, infatti, come noi liberata dal peccato, è stata, invece, preservata dal peccato. Ha accolto con cuore indiviso la grazia di Dio, che necessita sempre di libera corrispondenza. Come, infatti, una melodia può risuonare solo in un cuore che vuole ascoltarla, parimenti la grazia richiede sempre accoglienza nella fede.
Maria non è un mito, ma una donna vera, che si è sforzata di contemplare e realizzare i disegni di Dio, mettendosi a sua disposizione come umile serva; ha faticato nel seguire Gesù, che non sempre ha compreso, è il modello dell’umanità salvata.
Quali applicazioni per noi? Pensiamoci nella mente di Dio prima del tempo, da sempre eletti e prescelti per una missione richiesta solo a noi e a nessun altro; crediamo fermamente, inoltre, alla fedeltà del Signore, che se affida un incarico, ci dota anche di tutti gli aiuti necessari per adempierlo secondo la sua volontà.
Poniamoci, infine, nell’atteggiamento di chi dimostra docilità alla Grazia, dichiarandosi, come Maria, umile servo del Signore. Disarmiamo, quindi, il nostro io preparando il nostro cuore ad accogliere il Salvatore. Dio, infatti, viene verso di noi nel dono gratuito di sé, ma anche a noi viene chiesto di andare verso di Lui.
Chiediamo a Maria, nostra tenerissima madre, di farsi interprete dei nostri bisogni, presentandoli a suo Figlio.

Vieni, Signore, figlio di Maria!

Maria