Crisi vocazionale e congregazioni religiose: occorre tornare all’essenziale Da molti anni ci stiamo interrogando: perché mancano le vocazioni alla vita di speciale consacrazione? Attrae la vita consacrata o è distante e non interessa? Come presentare oggi la vocazione ai giovani affinché siano affascinati? Dio chiama ancora e sempre, perché la sollecitudine per l’umanità appartiene al suo cuore di Padre e non può venir meno, neanche oggi. Che cosa impedisce ai giovani di sintonizzarsi con la sua voce? Le risposte possono essere sono molte e diverse e interpellano tutti: giovani e adulti, laici sacerdoti e religiosi.
Di fronte a questo fenomeno, tante congregazioni: tornano all’essenziale; ricercano una vita spirituale profonda; riformulano delle domande essenziali: che cosa il Signore vuole da noi? Stanno facendo una revisione del carisma, delle Costituzioni, dello stile di vita per partire con più vigore e con più freschezza a vivere insieme con quello che Dio e i fondatori avevano pensato per la vita consacrata. Come congregazione stiamo impostando una pastorale vocazionale con delle certezze: il Signore ci chiama a scoprire le vocazioni che Lui stesso ha già suscitato all’interno della Chiesa; non dobbiamo cercare vocazioni per paura di rimanere soli; Cristo non può lasciare solo il gregge che Lui ha scelto; Gesù ha già suscitato nei giovani il desiderio di offrire la vita per il Vangelo. Lavorando nell’ambito giovanile è necessario lo sforzo di capire il mondo di oggi, di accogliere senza giudizi ricchezze e fragilità dei giovani, nella consapevolezza dell’emergenza educativa che caratterizza la nostra società. L’accompagnamento personale richiede tempo, ascolto empatico, disponibilità disinteressata, capacità di speranza. Convinte di voler accogliere questa sfida, abbiamo dato una notevole importanza alla pastorale giovanile e vocazionale, investendo maggiori energie in questo settore e sforzandoci di inserire più esplicitamente la dimensione vocazionale in ogni relazione interpersonale e in particolare nei cammini educativi. Potenziando le iniziative già in atto, stiamo cercando di aumentare i contatti con i giovani, di maturare una maggiore attenzione verso i loro bisogni, la loro cultura, di migliorare la capacità di comunicare, utilizzando linguaggi, anche non verbali, per loro comprensibili.
Pensiamo che sia importante essere radicali nella proposta evangelica della sequela di Cristo, vivendo una chiara identità carismatica, cercando però di non essere rigidi nello stile di vita, nostro e delle comunità. Ci impegniamo a tradurre in segni visibili e concreti la capacità di accoglienza, in modo da far sentire che nelle nostre comunità ci si vuole bene. La nostra vita, infatti, deve divenire testimonianza del «guardate come si amano». Padre Jean Pierre Médaille, fondatore della congregazione delle Suore di San Giuseppe di Pinerolo, ci sollecita: «Conducete una vita completamente modellata sulla santità e le amabili virtù di Gesù, che dovete formare in voi, con l’aiuto di Dio potrete così attirare a lui molte altre persone …».
Ci sono monasteri di clausura che in questo momento, anche in Italia, hanno una lista d’attesa nell’accoglienza delle nuove vocazioni: l’ideale della sequela non si è spento! Le vocazioni esistono, però si devono cercare e svegliare. La Chiesa è madre: perciò le vocazioni sono l’espressione della maternità della Chiesa. Proporre non è imporre: non possiamo lasciare che altri portino via ciò che appartiene a Cristo. I giovani appartengono a Cristo e Lui ce li affida perché con discrezione ci poniamo al loro fianco nella meravigliosa scoperta del sogno di Dio sulla loro vita. Circa la situazione attuale della nostra congregazione, i dati sono pochi. In Italia: una novizia entrata nel 2009.
In America Latina: una novizia, due juniores e alcune giovani in accostamento (aspirandato e postulato) Seguono la formazione anche partecipando ai corsi organizzati a livello inter-congregazionale, dove incontrano e si confrontano con le giovani di altri istituti religiosi, in particolare con le Suore di San Giuseppe della Federazione. Il cammino formativo prevede: il postulato (da sei mesi a due anni), il noviziato (due anni), lo juniorato (voti temporanei per cinque anni).
Mariarita Bollati
Responsabile della pastorale vocazionale delle Suore di San Giuseppe di Pinerolo