A cura di Carmela Pietrarossa 16 dicembre
III Domenica di avvento (inizia la novena di Natale)
“Maestro, che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3, 12)
E’ la domanda che risuana in questa terza domenica in preparazione al Natale e che porteremo con noi durante questa settimana: Signore, cosa vuoi che io faccia? Come vuoi che concretizzi la mia adesione a Te e alla tua Parola?
Il cristiano non può mai dirsi arrivato, di fronte alle esigenze della Parola constata le sue mancanze e rialzatosi, ricomincia a camminare. “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha”, “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato” ci dice il Vangelo odierno: ricominciare, allora, dalla Carità e dalla Giustizia perchè a nessuno manchi il necessario a causa della nostra indifferenza o venga privato di quanto gli spetta per il nostro egoismo.

17 dicembre
“Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo” (Mt 1,1).

L’indicazione dettagliata della genealogia di Gesù che il vangelo del giorno ci propone, vuole richiamare l’attenzione, innanzitutto, sulla nascita di Gesù avvenuta nella storia, in una famiglia come tante altre; allevato, con amore e piena dedizione, da una madre ed un padre, a loro volta inseriti pienamente nei loro ambienti di vita. Gesù, quindi, non stravolge gli schemi umani ordinari, ma li assume e, anzi, li legittima e li santifica, facendoli suoi.
La predetta genealogia evidenzia, inoltre, che in Gesù il piano salvifico viene perfezionato e portato a compimento. Con il suo sì al Padre Egli dice sì all’umanità, che vuole salva ed insieme a Lui nel suo regno di pace e di amore: la salvezza dell’uomo, quindi, riparte da Gesù ed in Lui si attua.
Gesù viene per ciascuno di noi, accogliamolo come si accoglie e si attende chi ci è particolarmente caro.

18 dicembre
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa” (Mt 2, 20).

Giuseppe conosceva troppo bene Maria per dubitare di lei, i suoi timori nascono esclusivamente dal grande rispetto che egli nutriva per Dio ed i suoi progetti, che, da uomo giusto, quale era, non avrebbe voluto in alcun modo intralciare. Egli coglie di trovarsi in presenza di un mistero troppo grande, che sembra non appartenergli e che non comprende, decide, pertanto, in cuor suo di fare un passo indietro; ma non era questo il volere di Dio che lo invita, invece, a “non temere”, la sua missione sarà quella di essere sposo di Maria e padre di Gesù. Egli si fida e fa “come gli aveva ordinato l’angelo”.
A Giuseppe, figura silenziosa, discreta ed obbediente affidiamo i padri di famiglia perchè da lui imparino la capacità di guidare i propri figli con sapienza ed umiltà.

19 dicembre
“Tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole” (Lc 1,20).

Zaccaria esita a credere all’annuncio della sua paternità, lui che era “vecchio” e sua moglie “avanti negli anni”; per non aver creduto alla Parola, gli viene tolta la parola.
Il Signore sconvolge il normale corso degli eventi ed interviene anche quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso, donando ciò che aveva ormai le sembianze di un sogno impossibile e consentendo così ad Elisabetta di esclamare: “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini”.
Riconosciamo anche noi nella nostra vita i segni del suo intervento, ringraziamolo ed annunciamo al mondo che Egli è buono e si prende cura di noi.

20 dicembre
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38)

Il brano dell’Annunciazione, oggetto di meditazione nella giornata odierna, ci sprona a compiere atti di fede in Dio, a cui riconosciamo il primato nella nostra vita, e soprattutto, a consegnarGli noi stessi e tutto ciò che abbiamo nel cuore come ha fatto Maria, che di fronte alla rivelazione dell’angelo, dopo aver compreso, si è posta al servizio di Dio senza limitazione alcuna, proprio perchè ha creduto ed ha continuato a credere anche in seguito.
Nel contesto storico di riferimento il servo non poteva vantare alcun diritto nei confronti del suo “dominus”, essendo soltanto un suo subordinato: Maria si pone alla stessa stregua di un servo, consapevole, tuttavia, che il suo Dominus ama la sua creatura e di lei si servirà per donare al mondo l’Emanuele, Dio con noi.

21 dicembre
Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo” (Lc 1, 44).

Il saluto di Maria porta letizia a Giovanni nel grembo di Elisabetta.
Nelle famiglie in cui Maria è amata, giunge la gioia, la forza nelle tribolazioni, il coraggio nella lotta, la perseveranza nelle opere buone, la pace anche nelle ostilità. L’affidamento a Lei attraverso la preghiera umile e confidente è, pertanto, garanzia di riuscita nel bene. Questo non significa che i devoti della Madonna siano esentati da insuccessi o sconfitte, che, invece, si ritrovano a dover affrontare, ma non da soli, bensì con l’aiuto e la potente mediazione di una così tenera madre.

22 dicembre
“L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1, 46).

Maria esulta nel Signore di fronte alle meraviglie che Egli compie. Proviamo anche noi a scrivere il nostro “Magnificat” a Dio per le opere stupende che ha compiuto nella nostra vita, per i suoi molteplici interventi e per le sue infinite grazie, frutto soltanto della sua infinita benevolenza; non smetteremo, allora, di ringraziarLo per la sua amorevole paternità in ogni attimo esercitata verso di noi.