24 Settembre 2024
Roma. Il Card. Zuppi al Consiglio permanente Cei: individualismo soffoca la dimensione umana
Il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha aperto il Consiglio permanente dei vescovi (Roma, 23-25 settembre 2024) sull’urgenza della “questione educativa”.
La questione educativa «è un’urgenza che interpella tutti: la famiglia, la scuola, le aggregazioni, le parrocchie, le comunità, i movimenti e le associazioni, gli adulti chiamati a un maggiore senso di responsabilità». Lo dice il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, aprendo il Consiglio permanente dei vescovi (Roma, 23-25 settembre 2024). «La questione educativa sta molto a cuore alla Chiesa: ci sentiamo pienamente coinvolti perché sono in gioco le persone, la loro realizzazione, la possibilità di vivere l’esistenza in pienezza». Pensa al prezioso servizio degli oratori, dei dopo-scuola e di tante attività formative. «Dobbiamo lavorare per sradicare i semi dell’individualismo che soffoca la dimensione umana».
SCUOLA
L’investimento sulla scuola è tra i più importanti per una società che abbia a cuore le nuove generazioni e il suo futuro. Zuppi esprime «un grazie particolare e un forte incoraggiamento alle oltre 7.500 scuole cattoliche e alle centinaia di migliaia di famiglie che affrontano sacrifici per iscrivervi i figli» e spera «che si avvicini il giorno in cui la parità scolastica trovi piena attuazione». In questo contesto trova spazio «il contributo dell’insegnamento della religione cattolica, uno spazio di libertà e di cultura religiosa a servizio dell’intera comunità». Ribadisce: «La Chiesa è vicina a quanti accolgono la sfida dell’educazione, per cui ogni energia e investimento tornano moltiplicati a beneficio della società».
IMMIGRATI
«In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti non dovrebbero esserci». Il presidente rilancia il grido d’allarme di Papa Francesco sul Mediterraneo-cimitero. «Bisogna prendere presto i provvedimenti opportuni che garantiscano i diritti e richiedano il dovere perché l’Italia possa crescere con il contributo di quanti vengono qui per trovare un futuro». Ringrazia quelli che accolgono «questi nostri fratelli»: ONG, Caritas, Migrantes, diocesi, volontariato. «La questione riguarda tutti, istituzioni e comunità. Il povero non può diventare numero, oggetto, caso sociale. La sinodalità non può non riguardare i poveri e i loro bisogni».
ALLUVIONATI
Manda un pensiero alle popolazioni colpite da alluvione ed esondazioni in Emilia-Romagna e nelle Marche. «Quanti sono in angoscia possano guardare con fiducia al domani, anche quando tutto sembra, ancora una volta, perduto. Chiediamo alle istituzioni di intervenire, con tempestività ed efficacia, a sostegno delle famiglie e del territorio che ha mostrato tutta la sua fragilità: le accuse vicendevoli e i proclami lascino il posto a misure adeguate, scelte lungimiranti e azioni concrete».
EUROPA
Propone «una Camaldoli per l’Europa, per parlare di democrazia ed Europa, un nuovo piano Marshall per impedire che l’Europa precipiti in una lenta agonia. Fra i temi più urgenti: invecchiamento della popolazione, povertà, fenomeno migratorio, secolarismo e individualismo: «I cittadini europei hanno bisogno di riappropriarsi di quella storia e di quella cultura che ha fatto grandi le terre europee: l’eredità della Bibbia, la centralità della persona, il patrimonio religioso ebraico, l’umanesimo laico, la cultura impregnata di senso religioso». Occorre «allargare i confini dei cuori e delle menti e non cedere al nichilismo e ai sovranismi egoistici».
SINODO
Per realizzare il «Cammino sinodale della Chiesa italiana» il 15-17 novembre 2026 si celebrerà la prima «Assemblea sinodale» preceduta dalla seconda sessione del Sinodo (2-27 ottobre). Lo scopo e il sogno è «realizzare una Chiesa sinodale e missionaria, accogliente, aperta, snella, capace di camminare con le persone, umile». Tra i problemi c’è l’esercizio dell’autorità. Ancora: «Abbiamo bisogno di concretizzare in termini pastorali e giuridici le riflessioni che riguardano il binomio consultivo-deliberativo».
GIUBILEO
L’Anno Santo 2025 «ci chiama alla speranza: si può guardare al futuro con speranza perché la Chiesa è una comunità, nonostante le nostre fragilità: famiglia in un mondo in cui la solitudine è lo stato esistenziale dell’uomo in un mondo di isolati, che vive una crisi di relazioni, in un mondo di soli e dai legami fragili». È il risultato di un clima di violenza, alimentato dalle guerre: «Il mondo sembra senza punti di riferimento, prigioniero di una cultura che riduce tutto alla riuscita della vita e degli affari, a realizzarsi individualmente». Il cardinale-presidente è convintissimo che, in questa situazione «la Chiesa è viva!»
Pier Giuseppe Accornero
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