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Rio de Janeiro: tra lusso e miseria

Rio de Janeiro: tra lusso e miseria

Se c’è una città nel mondo che sarà al centro dell’attenzione nei prossimi mesi, questa è sicuramente Rio de Janeiro. La metropoli simbolo del Brasile si appresta infatti a ospitare in sequenza: Confederations Cup e Giornata Mondiale della Gioventù nel 2013, Mondiali di calcio nel 2014, e Olimpiadi 2016. Come accade sempre in questi casi, i lavori in città sono frenetici; ci sono seri dubbi di riuscire ad essere effettivamente pronti nei momenti fatidici, ma nonostante questo tra la popolazione non si avverte l’emozione per i grandi avvenimenti ormai prossimi. Forse Rio è abituata ad avere le strade invase di turisti e al clima di festa, forse non è nelle corde di un brasiliano farsi prendere dall’ansia per quello che deve accadere; qui si vive alla giornata. Domani è già un futuro lontanissimo.

Vista di Copacabana e IsoleRio de Janeiro è una città magnifica e ricca di contraddizioni, dove ogni realtà vive affiancata ai suoi opposti, trovando incredibilmente un equilibrio quasi perfetto. Con oltre 6 milioni di abitanti (12 con l’area metropolitana), Rio è la quarta città del Sud America, ma è anche la città con il parco cittadino più grande al mondo: il parco di Tijuca, una vera e propria foresta tropicale nel cuore della città che si erge fino al famoso monte Corcovado, con la statua del Cristo Redentore, monumento simbolo del Brasile. Natura selvaggia e urbanizzazione sfrenata si alternano continuamente: nell’arco di pochi minuti si può passare dagli immensi grattacieli del centro, alla pace del verde, con imponenti palme e piante esotiche, uccelli variopinti e scimmiette, senza scorgere traccia di civiltà. La morfologia delle terre sulle quali si è sviluppata la città ha dell’incredibile; con il mare che abbraccia la città praticamente su ogni lato, si creano piccole baie incantevoli e infinite spiagge sabbiose, tra cui le celebri Copacabana e Ipanema. Dal livello del mare si ergono magicamente colline e montagne, che raggiungono presto i 1000 metri di quota, e dalle quali si gode di un panorama unico, che difficilmente si può trovare altrove, come quello visibile dal Pan di Zucchero, monte raggiungibile solo con la funivia.

Anche storia e modernità si accostano una all’altra, con le cattedrali antiche affiancate a enormi palazzi di vetro, edifici storici accerchiati da quelli moderni, con un passato che fa fatica a esser ricordato in una città così proiettata nel futuro, anche se questo lo notano solo i turisti. Per i brasiliani esiste sempre e solo il presente.

L’ultimo contrasto, quello più difficile da sopportare anche per una città come Rio, è quello tra ricchezza e povertà. Nel giro di pochi metri si può passare dagli alberghi esageratamente lussuosi di Copacabana (tra cui spicca il Copacabana Palace), alle trasandate e poverissime favelas. Spesso basta svoltare una via per essere catapultati in un altro mondo. Le favelas non sono nascoste dal centro della vita, come certi sobborghi europei, ma costruite sulle colline che dominano la città, sono sempre visibili, così colorate, così improvvisate, così vive. I poveri guardano dall’alto i ricchi, anche questa è una delle tante contraddizioni della città. L’amministrazione sta cercando di porre rimedio, di bilanciare un poco queste enormi differenze sociali, ma la strada è ancora lunghissima e spesso questi sforzi generano contrasti ancora più acuti. Anche l’impegno per rendere Rio una città più sicura sembra spesso vano: Rio non è e non potrà mai essere una città sicura, chi la conosce lo sa e prende i suoi accorgimenti, convivendo con questo rischio senza nemmeno troppe paure.

Tutte le contraddizioni descritte, che potrebbero a prima vista spaventare un turista al suo arrivo, sono invece fonte di un fascino incredibile, che vale la pena essere vissuto fino in fondo, godendosi il proprio viaggio alla giornata, come farebbe un brasiliano. La Giornata Mondiale della Gioventù ormai prossima sarà un banco di prova importante per la città: si prevede l’arrivo di un numero enorme di fedeli e turisti, specialmente di argentini che avranno l’occasione di incontrare Papa Bergoglio per la prima volta dopo l’elezione. Ma a pochi mesi dall’evento si respira un’aria di disorganizzazione, almeno per i nostri parametri, e una difficoltà a muoversi con mezzi pubblici e ancor di più con un’auto nel traffico incredibilmente caotico della città. Agli occhi di un europeo Rio non sarà mai pronta per la GMG e per i grandi appuntamenti che ospiterà a breve, e proprio per questo vale la pena prenotare il biglietto aereo e partire, perché Rio non è ordine, non può esserlo. Rio è vita.

 

Luca Boccardo

 

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