22 Febbraio 2012
Quaresima, un tempo per anima e corpo
La riflessione del vescovo di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi Mercoledì 22 febbraio inizia la Quaresima. L’austero rito delle ceneri ci ricorda la nostra nativa fragilità: “siamo polvere e in polvere ritorneremo”. Nello stesso tempo ci fa sentire che il cammino di conversione che intraprendiamo è orientato alla Pasqua, a vivere la vita bella del Vangelo attraverso la continua, anche se difficile, testimonianza del comandamento dell’amore.
La Quaresima è tempo di combattimento. Le armi ce le offre il Vangelo: preghiera, digiuno e carità. Per vincere sui nostri peccati e sperimentare una vera libertà, queste armi devono essere usate congiuntamente. San Pietro Crisologo ci offre questo insegnamento: «Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica… Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un’unica forza mediatrice presso Dio, siano per noi un’unica difesa, un’unica preghiera sotto tre aspetti».
Voglio, in particolare, segnalare il messaggio che il santo Padre ha inviato a tutta la Chiesa – a tutti noi – per invitarci a vivere intensamente la Quaresima. È un commento al versetto 20 del capitolo 10 della lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nella opere buone». Dobbiamo avere gli occhi del buon samaritano che sa accorgersi dei poveri e dei feriti che troviamo sul nostro cammino. Chiusi nei nostri problemi, e anche nei nostri egoismi, non ci accorgiamo degli altri. È un commando del Signore: “portate i pesi gli uni degli altri” (Gal. 6,2). È importante vigilare su di noi perché il nostro cuore non si indurisca a causa di una “anestesia spirituale” che ci rende ciechi e sordi di fronte alle sofferenze degli altri. È la parola di Dio meditata e pregata, unita al digiuno, che ci rende pronti e generosi nelle opere di carità.
Vi invito a riscoprire, in questo tempo di Quaresima, le sette opere di misericordia corporali e spirituali. Le ricordate ancora?
Quelle di misericordia corporale sono: dare da mangiare agli affamati; dare da bere agli assetati; vestire i nudi; ospiterei pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti.
Le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi; istruire gli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti, perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare per i vivi e per i morti.
Cerchiamo di attualizzare queste opere di carità nel nostro tempo e nelle nostre condizioni di vita. Soprattutto in famiglia insegniamo ai nostri figli a praticarle attraverso piccoli gesti, convinti e continui. La pratica della carità rende evidente la vita buona del Vangelo.
Buona Quaresima!
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