27 Giugno 2014
Presentato l'Instrumentum laboris della III assemblea generale straordinaria del sinodo dei vescovi
27 giugno 2014
Una panoramica a 360° sulla famiglia, senza reticenze o ipocrisie. Una serie di scatti fotografici il cui soggetto è la realtà concreta della famiglia, che nelle diverse zone del mondo, pur con sfumature e accenti a volte anche molto diversi, «si trova in un momento molto difficile». Alle prese con fenomeni come l’aumento esponenziale delle convivenze e delle “unioni di fatto”, non riconosciute da nessun vincolo né civile né religioso, con questioni delicate come quelle che riguardano i separati, i divorziati risposati o le unioni tra persone dello stesso sesso. Senza contare le varie forme di violenza e di abuso – tra tutti il femminicidio e la pedofilia – e gli scandali sessuali, definiti una “contro-testimonianza” all’interno della Chiesa. Sfogliando le pagine dell’Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia, un dato emerge su tutti: l’atteggiamento scelto dalla comunità ecclesiale, che vuole declinare una parola-chiave del pontificato di Francesco – “misericordia” – adottando uno stile e indicando un obiettivo ben preciso: accompagnare le famiglie «come sono nella realtà», con le loro “storie e sofferenze complesse, che necessitano di uno sguardo compassionevole e comprensivo”. “Urge permettere alle persone ferite di guarire e di riconciliarsi”, ha detto il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, presentando in sala stampa vaticana il nuovo documento. Si tratta, ha spiegato, di “proporre, non imporre; accompagnare non spingere; invitare, non espellere; inquietare, mai disilludere”.
Il cammino percorso e le prossime tappe
L’Instrumentum laboris raccoglie le testimonianze e i suggerimenti inviati dalle Chiese particolari, in risposta al questionario del Documento Preparatorio, reso pubblico nel novembre scorso. Il testo è strutturato in tre parti: la prima è dedicata al “Vangelo della famiglia”, la seconda passa in rassegna le “situazioni difficili” e la terza è dedicata all’apertura alla vita e alla responsabilità educativa dei genitori. Le tappe successive del cammino, iniziato con il Concistoro del febbraio scorso, saranno l’Assemblea generale straordinaria di ottobre e quella Ordinaria che si terrà nel 2015, il cui tema – ha annunciato il cardinale Baldisseri – sarà: “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Il 28 settembre è in programma una Giornata di preghiera per il Sinodo, e l’adorazione eucaristica quotidiana, durante i lavori sinodali, nella Cappella della Salus Populi Romani della basilica di Santa Maria Maggiore.
Il “gender” e la “privatizzazione”
Oggi la “gender theory” mette in discussione, rendendola incomprensibile, la «legge morale naturale». Altro fenomeno minaccioso e incombente, si legge nel testo, è la privatizzazione della famiglia. La Chiesa è chiamata a prendersi cura delle famiglie che «vivono in situazioni di crisi e di stress», accompagnandole «durante tutto il ciclo della vita». A cominciare dalle parrocchie.
Gli antimodelli dei media e le pressioni esterne
I media hanno un impatto negativo sulla famiglia, anzi sono degli anti-modelli che «trasmettono valori errati e fuorvianti». Tra le “pressioni esterne” che minacciano la famiglia, l’Instrumentum laboris segnala «l’impatto dell’attività lavorativa sugli equilibri familiari», minacciati da orari spesso troppo lunghi, che si estendono anche alla domenica, e dalla precarietà lavorativa. L’antidoto sarebbero giusti salari, una politica fiscale a favore della famiglia e più aiuti per le famiglie e i figli.
Le contro-testimonianze
Gli “scandali sessuali all’interno della Chiesa”, la pedofilia in particolare, ma anche in generale «un’esperienza negativa con il clero o con alcune persone» sono contro-testimonianze nella Chiesa. A questo, la denuncia del testo, «si aggiunge lo stile di vita a volte vistosamente agiato dei presbiteri, così come l’incoerenza tra il loro insegnamento e la condotta di vita». Tra le contro-testimonianze, rientra anche «la percezione del rifiuto nei confronti di persone separate, divorziate o genitori single da parte di alcune comunità parrocchiali, così come il comportamento intransigente e poco sensibile di presbiteri o, più in generale, l’atteggiamento della Chiesa, percepito in molti casi come escludente, e non come quello di una Chiesa che accompagna e sostiene».
Convivenze, divoriati risposati e unioni gay
Sono sempre di più le coppie che convivono “ad experimentum”, cioè “senza alcun matrimonio né canonico né civile e senza alcuna registrazione”. La questione dei divorziati risposati è un’altra realtà di cui “prendersi cura”, insieme a quella delle ragazze madri che “si prendono cura da sole dei figli” e hanno alle spalle “storie molto sofferte, non di rado di abbandono”. “Tutte le Conferenze episcopali – si legge nell’Instrumentum laboris a proposito delle unioni tra persone dello stesso sesso – si sono espresse contro una ‘ridefinizione’ del matrimonio tra uomo e donna attraverso l’introduzione di una legislazione che permette l’unione tra due persone dello stesso sesso”. Le risposte al Questionario, inoltre, si pronunciano “contro una legislazione che permetta l’adozione a bambini di persone in unione dello stesso sesso”. Ma se queste persone chiedono il battesimo per il bambino, quest’ultimo deve essere accolto con “la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che si ha nei confronti degli altri minori”.
M. Michela Nicolais (AGENSIR)
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