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Appuntamenti  

Pinerolo. L’11 e il 14 novembre due conferenze del superiore generale dei Giuseppini del Murialdo

Pinerolo. L’11 e il 14 novembre due conferenze del superiore generale dei Giuseppini del Murialdo

Don Mario Aldegani, 61 anni, nato a Petosino di Sorisole (Bergamo), ordinato presbitero nel 1980. Superiore, prima della Provincia Piemontese, quindi della Provincia Unita d’Italia, dei Giuseppini di San Leonardo Murialdo. Dal 2001 al 2005 presidente della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori). Dal 2006 riveste la carica di superiore generale della congregazione. Sarà a Pinerolo la prossima settimana. Il motivo della visita lo spiega don Franco Pairona, giuseppino, parroco di San Leonardo Murialdo a Pinerolo e vicario della Zona pastorale Urbana: «Ogni sei anni, il superiore generale della nostra congregazione visita ciascuna comunità. Quest’anno è il turno di quella pinerolese. Don Aldegani ci aveva espresso il suo desiderio di poter anche incontrare le persone. È emersa così l’idea di organizzare due serate aperte a tutti. La prima (“Una voce dal Sinodo”, martedì 11 novembre alle ore 21), per volontà dello stesso don Aldegani, lo vedrà raccontare la sua esperienza, vissuta in prima persona, come partecipante al Sinodo dei vescovi sulla Famiglia: parlerà del clima che si è respirato in quei giorni, rispondendo alle domande e alle curiosità dei partecipanti. La seconda serata (“Lo stile educativo del Murialdo: la pedagogia dell’amore”, venerdì 14 novembre), invece, è nata attraverso l’accoglienza di una proposta giunta dal gruppo dei giovani della parrocchia, desiderosi di conoscere meglio la figura, l’opera e il carisma educativo di Leonardo Murialdo. Questa seconda serata prevede alle 19 un’apericena, seguita, alla 21, dalla conferenza di don Aldegani». Entrambi gli incontri si svolgeranno nel salone Engim dell’Istituto San Leonardo Murialdo a Pinerolo (via Regis, 34). Come detto, dal 5 al 19 ottobre scorso, don Aldegani ha partecipato al Sinodo straordinario dei vescovi sulla Famiglia, a titolo di rappresentante (insieme al preposito generale della Compagnia di Gesù e al ministro generale dell’ordine francescano dei Frati Minori) dell’Unione dei Superiori Generali delle circa centocinquanta congregazioni religiose attive nel mondo. A proposito della sua esperienza personale del Sinodo, ci ha riferito: «Ho respirato un clima molto simile a quello del Concilio Vaticano II. Certo, non sono affatto mancati i toni accesi. Lo stesso Papa, del resto, affermò che sarebbe rimasto sorpreso del contrario. Tematiche così delicate, legate all’evoluzione moderna del legame matrimoniale e della famiglia, è irrealistico affrontarle con un tiepido confronto formale. Però, chi ha ridotto il Sinodo ad uno scontro interno alla Chiesa, tra la fronda dei tradizionalisti e quella dei progressisti, voleva innescare la solita e banale strumentalizzazione. Anche per questo il risalto attribuito, da parte dei media, ai due punti approvati solamente a maggioranza assoluta (l’accesso da parte dei divorziati ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia; l’attenzione pastorale verso le persone omosessuali) lascia il tempo che trova. La Chiesa, pur non trascurando la dottrina, deve relazionarsi con misericordia alle dinamiche attuali che investono la vita matrimoniale e familiare. Questo ha fatto emergere, durante i lavori sinodali, una duplice preoccupazione: da una parte, conservare l’integrità dell’insegnamento biblico e magisteriale; dall’altra, la necessità di un’attenzione più convinta nel presentare la grandezza e la bellezza della vocazione della famiglia cristiana. Insieme alla preoccupazione di come troppe aperture, frettolosamente dichiarate e non ben motivate, potessero mettere in confusione o in difficoltà i fedeli. La sfida di fondo del Sinodo è stata la volontà, da parte della Chiesa cattolica, di rifiutare il teorema che vorrebbe cancellare le differenze in nome dell’equivalenza: la famiglia è formata da un uomo e da una donna aperti alla vita. Quando si parla di famiglia, occorre aprirsi umilmente a ciò che la stessa esperienza umana impone, cercandone il nucleo davvero qualificante. Che è quello di una doppia e irriducibile trascendenza: sessuale (maschio e femmina) e generazionale (genitore e figlio). Questa peculiare struttura rende, da sempre, la famiglia qualcosa di unico e prezioso per tutta l’umanità. Non è una questione religiosa o giuridica, ma essenzialmente antropologica».

Vincenzo Parisi

don Aldegani 1

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