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Approfondimenti  

Papa Francesco il 18 maggio celebra la messa sulla tomba di San Giovanni Paolo II nel centenario della nascita

Papa Francesco il 18 maggio celebra la messa sulla tomba di San Giovanni Paolo II nel centenario della nascita

Per i cento anni della nascita di Karol Joseph Wojtyla, Papa Francesco il 18 maggio alle 7 celebra la Messa sulla tomba di San Giovanni Paolo II in San Pietro. E poiché nelle chiese riprende la celebrazione della Messa con i fedeli, dal 19 cessa la trasmissione in diretta della Messa mattutina a Casa Santa Marta.

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LA SINDONE, PRIMO CONTATTO CON TORINO

Da ragazzo ha letto un libro che parlava della Sindone. È il primo contatto che Karol Wojtyla ha con Torino. L’ho saputo in una calda giornata del settembre 1978, durante l’ostensione in un’incredibile bolgia per la disordinata ressa di gente che voleva vedere la Sindone: 3 milioni (presunti) di persone; 20 cardinali; 200 arcivescovi e vescovi; migliaia di sacerdoti, religiosi e religiose; 15 mila pellegrinaggi. Lavorando all’Ufficio stampa, accompagnavo cardinali, vescovi e altre personalità, anche per raccoglierne le impressioni a caldo. Venerdì 1° settembre l’arcivescovo di Cracovia, cardinale Karol Wojtyla, semisconosciuto in Occidente, trascorre la giornata a Torino. È ospite, insieme al segretario don Stanislao Dziwisz, dell’arcivescovo Anastasio Alberto Ballestrero. In Duomo prega davanti al Santissimo Sacramento e poi, inginocchiato sui gradini dell’altar maggiore, guarda la Sindone con grande trasporto. In piazza mi confida: «Sono molto legato a questa reliquia da quando, giovane seminarista, lessi un libro in polacco che parlava della Sindone. È una stupefacente testimonianza che ci parla, nel suo silenzio, in maniera meravigliosa. Sono rimasto affascinato. Purtroppo in Polonia non abbiamo molta facilità di spostarci. Ma se avessimo più libertà, penso che sarebbero migliaia i polacchi che verrebbero a vederla».

FAMIGLIA TRANQUILLA, COLPITA DAI LUTTI

Karol Josef Wojtyla nasce il 18 maggio 1920 a Wadowice, a una quarantina di chilometri da Cracovia, l’antica e regale capitale della Polonia, proprio come Torino fu, per tre anni, capitale del Regno d’Italia. Due giorni dopo è battezzato nella chiesa parrocchiale col nome del padre, Karol. In casa lo chiamano «Lolek, Carletto». Il papà, figlio di un sarto, è ufficiale dell’esercito dallo sguardo penetrante e dai baffetti sottili. La mamma, Emilia Kaczorowska, nasce a Biala il 23 marzo 1884 figlia di un sellaio, quinta di otto fratelli e sorelle. Il 10 maggio 1905 Karol sposa Emilia: lui ha 26 anni, lei 21. Abitano a Bielsko-Biala in via Koscielna 7. Il 10 agosto 1906 nasce il primogenito Edmund. La famiglia conduce una vita tranquilla: alla sera i genitori leggono la Bibbia, cosa rarissima in quei tempi. Dopo la Prima guerra mondiale, nel 1919 la famiglia si trasferisce a Wadowice. Per arrotondare lo stipendio del marito, Emilia fa la sarta mentre Edmund studia da medico. La mamma aspetta una bimba che muore poco dopo la nascita. Il 18 maggio 1920 nasce Karol: mamma e figlio sembrano due gocce d’acqua. Il piccolo ha 9 anni quando la mamma, malata di reni e di cuore, il 13 aprile 1929 si spegne a 45 anni. Tre anni dopo muore Edmund a 26 anni colpito dal tifo contratto dai malati che cura.

LA POLONIA SPARTITA TRA NAZISTI E COMUNISTI

Nel giugno 1930 Karol è ammesso al ginnasio e poi al liceo. Partecipa alle esercitazioni militari obbligatorie. Ha molti interessi: letteratura, lingue straniere, arte, filosofia, storia, poesia e teatro. In tutto quello che fa riesce benissimo. Un suo insegnante fonda il «Teatro rapdosico», un gruppo clandestino del quale Karol fa parte: scrive drammi teatrali, poesie, operette e sul palco si esibisce come attore. Al 1940 risale il suo primo libro «Ballata dei portici di Wawel». Il 14 maggio 1938 a 18 anni supera la maturità. Con il padre si trasferisce a Cracovia ed entra nel circolo teatrale «Studio 38»: alle recite alterna le serate in cui declama i suoi versi. Si iscrive a Lettere e Filosofia dell’Università Jagellonica ma i corsi si interrompono il 1° settembre 1939 quando la Polonia è invasa dalla Germania: le armate di Hitler dilagano. Il 7 settembre irrompono i sovietici. La Polonia è spartita tra i nazisti e i comunisti, le peggiori dittature del XX secolo. Per evitare la deportazione, Karol trova lavoro come operaio in una cava della multinazionale belga Solvay. Il 18 febbraio 1941 muore il papà. In ottobre entra nel Seminario clandestino aperto nel palazzo arcivescovile dal cardinale Adam Stephan Sapieha, arcivescovo di Cracovia. Sapieha è un principe per nascita, per prestanza, per portamento, discendente di una delle più antiche e nobili famiglie della Polonia.

UN PAPATO AL SERVIZIO DELLE FAMIGLIE

«Nel suo servizio al popolo di Dio, San Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia» dice Papa Francesco il 27 aprile 2014 alla durante la canonizzazione di Wojtyla e di Angelo Giuseppe Roncalli-Giovanni XXIII. Celebrare la sua nascita porta a incontrare la sua famiglia e i suoi genitori, per i quali è stata avviata la fase diocesana per la beatificazione. Papà Karol e mamma Emilia hanno inciso profondamente nella personalità del futuro Pontefice. La mamma muore nel 1929 e Karol nel 1939 compone questi versi: «Sulla tua bianca tomba sbocciano i fiori bianchi della vita. Oh quanti anni sono già spariti senza di te, quanti anni?». Emilia, di salute cagionevole, aveva portato a termine la maternità tra mille difficoltà, nonostante i medici le avessero sconsigliato di proseguirla. La difesa della vita umana – uno dei tratti distintivi di Wojtyla – trova una linfa inesauribile nell’amore materno. Nel 1932 un altro lutto: la tragica morte, a 26 anni, di Edmund. Promettente medico, perde la vita per curare una giovane malata di scarlattina, morbo per il quale all’epoca non esisteva un vaccino. Rimane inciso nella memoria di Karol l’esempio di quel «martire del dovere», che lo aveva incoraggiato negli studi e gli aveva insegnato a giocare a pallone.

«MIO PADRE È STATO AMMIREVOLE»

 A 12 anni Karol si trova solo con suo padre, militare di carriera dell’esercito polacco. Un uomo buono e rigoroso, con una fede incrollabile nonostante le tragedie, che accompagna il figlio all’età adulta insegnandogli alcuni principi basilari che risplenderanno nell’uomo, nel sacerdote, nel vescovo e nel Papa: onestà, patriottismo, amore alla Vergine. All’amico André Frossard, giornalista e scrittore francese, Papa Wojtyla racconta: «Mio padre è stato ammirevole e quasi tutti i miei ricordi di infanzia e di adolescenza si riferiscono a lui. Il suo dolore si faceva preghiera. Il semplice fatto di vederlo inginocchiarsi ha avuto un’influenza decisiva sui miei giovani anni». Ricorda che con il padre «non si parlava di vocazione al sacerdozio, ma il suo esempio fu per me una sorta di seminario domestico». Il padre muore in una fredda notte d’inverno, il 18 febbraio 1941. Karol il 1° novembre 1946 diventa prete; il 4 luglio 1958 vescovo; il 16 ottobre 1978 Papa.

Pier Giuseppe Accornero

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